martedì 6 ottobre 2009

TELEVISION PERSONALITIES - And don't the kids just love it (1981)



Lo-fi predecessore di molto minimalismo loser anni '90, questo disco pubblicato in una prima tiratura indipendente nel 1981 è stato sicuramente tra i fenomeni musicali più incredibili della prima metà della decade, sebbene così lontano dai suoni allora emergenti.
Un bizzarro disco di debutto per la band di Daniel Treacy, sebbene sia difficile considerare l'album come un lavor davvero corale di un gruppo, quanto invece una concretizzazione di alcuni tra gli incubi quotidiani della gioventù contempranea, immersa nella rigida ricetta Thatcheriana.
Il buffo "cockney" con cui le canzoni vengono cantate rende tutto ancor più curioso e - per certi versi - anche divertente (per chi era abituato alla pronuncia retorica ed altisonante dei grandi cantati dell'era progressive).
Le canzoncine sembrano essere state registrate (e lo sono state effettivamente!!!) con mezzi di fortuna e riportano più ad una dimensione "garage". Sono tanti i momenti notevoli di questo disco "post-punk" anarcoide e potentissimo nella sua fragilità, ma tra tutti sicuramente emerge con un devastante impatto emotivo "I know where Syd Barret lives", commovente dedica naif alla figura seminale della psichedelia britannica con i suoi Pink Floyd ... dove il testo parla da solo:

"There's a little man in a little house
With a little pet dog and a little pet mouse
I know where he lives and I visit him
We have sunday tea, sausages and beans
I know where he lives
Cause I know where Syd Barrett lives
He was very famous once upon a time
But no one knows even if he's alive
But I know where he lives and I visit him
In a little hut in Cambridge
I know where he lives
Cause I know where Syd Barrett lives
And the trees and the flowers are so pretty, aren't they?
He was very famous once upon a time
And no one cares even if he's alive (... WE DO!!!)
But I know where he lives and I visit him
In a little hut by the edge of the wood"

Ed i testi sembrano aprire stravaganti squarci poetici nell'abituale rabbioso grigiore del punk fine anni settanta, lasciando intravvedere crude toccanti verità come:

"I hear my father shouting at my mother
In the room next door
He's always threatening to pack his bags
'Cause he can't take it anymore
And my brother's anorexic
But no one seems to care about the state he's in
And my sister's in a club, she's a barmaid in a pub
And my mother's full of gin
Can you hear this angry silence?
I spend the days on my own
Writing silly poetry
Writing poems for the girl I love
But she doesn't love me
And I'm scared to go out at night
It's not safe on the streets
And it's hard to disagree in today's society
You can't trust anyone you meet
Can you hear this angry silence?
Listen, listen, listen... this angry silence"

o beffarde ed ironiche come:

'I telephoned God today, but all I got was the answering machine'.

La vita vera però ha messo a dura prova la fragilità emotiva dello stesso Treacy, sconvolto dall'uso costante di eroina, anfetamina ed alcol, ha trascorso gran parte di questi ultimi anni tra cliniche di riabilitazione mentale e patrie galere. Ha anche tentato di riprendere l'attività musicale nel 2006, ma senza grande risultato. Molte delle pubblicazioni uscite negli anni 90 sono composte da registrazioni senza troppe pretese e (forse) con il solo scopo di provare ad avere un qualche reddito extra grazie alla notevole fama raggiunta con i primi due album dei TVP.

Nonostante la malinconica vita reale che gravita intorno al suo creatore, comunque, "And don't the kids just love it" è disco da avere e da ascoltare con partecipazione e trasporto perchè è realmente una piccola luce nella tetra penombra di quei giorni.

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