Anx.Scan è figura dell'underground metropolitano americano (e non è assolutamente importante definire o stabilire di QUALE ambito metropolitano si tratti, dato che questo audio-behaviour indipendente di fine anni novanta era presente e simile sia che fosse generato a New York, a Boston, a Los Angeles o in una qualsiasi lontana periferia o sobborgo di un qualsiasi territorio urbanizzato nella "terra d'opportunità").
Il linguaggio musicale di questo album è colto, evoluto e raffinato. Vaga alla ricerca di risposte sonore a domande umorali che si sovrappongono e si intrecciano amalgamandosi tra loro in sciamanici rituali sonori fatti di primitive pulsazioni, contemporanei rumori rosa e sommessi sussurri poetici.
Al primo ascolto, la sensazione immediata è quella di essere avvolti da un ambiente sonoro ostile, abitato da spettri acustici inquieti, vendicativi e minacciosi ... ed in questo sta sicuramente il fascino di questo materiale (e di moltissimo materiale propositivo e sperimentale multimediato di fine millennio scorso).
Agli ascolti successivi invece diventa interessante analizzare il "lessico" multi-stratificato utilizzato dall'autore, in sostanza una forma multipla di linguaggi sovrapposti nel tentativo di raccontare più storie allo stesso tempo, portare l'ascoltatore (o semplicemente il compositore) a sentirsi trascinato in più "luoghi" differenti contemporaneamente creando una forte sensazione di straneamento razionale.
Probabilmente è la forma musicale più vicina alla psichedelia (nel senso stupefacente) ottenuta dopo gli esperimenti musicali magmatici e comunitari delle fratellanze hippie ai tempi dei più oscuri meandri della consapevole rivoluzione freak di fine anni sessanta.
Alla fine, dopo molti ascolti, ci si rende conto che questo behaviour artistico è semplicemente (ma attenzione un avverbio da non intendersi in senso "riduttivo" o squalificante) puro "noisexploitation" di fine millennio, prodotto di autoriferimento compiaciuto dell'artista che ha il grande merito di consegnare al pianeta la sua testimonianza con un supporto fisico digitale in grado di mantenere l'eco di quel "pensiero sonoro" per qualche decennio a beneficio delle curiose generazioni successive. Qualcuno prima o poi si chiederà il PERCHE' di questa "necessità" e modalità di comunicazione di questi anni e forse verrà guidato a ri-analizare questi tempi con suggestioni e - appunto - testimonianze dirette più in grado di raccontare l'intimo sentire di un compositore/interprete dell'epoca (certo, un frammento fortemente individuale, ma pur sempre "lanciato" in un una potenziale dimensione collettiva).
File under "TESTIMONIANZE".
Rifugio per un appassionato di musica con forte predisposizione alla nostalgia per i tempi trascorsi (anni 50/60/70/80 e anche 90 ed oltre). Riflessioni rare e casuali sulla musica, il cinema e l'arte delle ultime decadi del novecento e di inizio nuovo millennio.
martedì 18 dicembre 2012
FRAGMENTED - The Structure of (clear) Wine (1997)
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