mercoledì 2 dicembre 2009

SPLIT ENZ - The beginning of the Enz (1979)



Breve pubblicazione antologica (solamente 29 minuti scarsi) delle prime realizzazioni discografiche della band immediatamente prima della svolta elettrica rappresentata dalla registrazione ufficiale di MENTAL NOTES nel 1975 (con la band strutturata ormai professionalmente).

In questo prezioso album è contenuto il materiale che documenta la dimensione acustica della primissima idea degli SPLIT ENDS, voluti da Tim Finn, Jonathan Chunn e Philip Judd.

(01) - SPLIT ENDS (aprile 1973)
Accompagnati dal violino di Miles Golding e dal flauto di Mike Howard ecco le prime idee acustiche del trio Judd/Finn/Chunn pubblicate nel 1973 nel tentativo di iniziare una carriera professionistica. Ballatina quasi folk molto frizzante ed allegra.

(02) - FOR YOU (aprile 1973)
Ancora nella formazione con violino e flauto (ma con la batteria di tale Div Vercoe) una canzone del primo Finn sicuramente, ma con un curioso impasto vocale ed uno sviluppo vagamente prog sebbene acustico. Si capisce la passione per i MOVE inglesi e certe sonorità di quello specifico giro (anche la prima ELO). Forse ingenuo, ma interessante.

(03) - 129 (novembre 1973)
Qui iniziano le prime tracce dell'avventura che sarà ... infatti 129 è il primo titolo del brano che poi diventerà 'Matinee Idyll' (senza poi tante modifiche, tra l'altro) e l'atmosfera è già evidentemente SPLIT ENZ. Interessante l'uso degli archi e dei fiati in generale per un arrangiamento piuttosto insolito, che successivamente verrà sviuppato con la band in modo molto personale.

(04) - HOME SWEET HOME (ottobre 1973)
Una bella canzone psichedelica ma allo stesso tempo molto ben costruita, qui la band è quasi completa con Wally Wilkinson, Rob Gillies e Geoff Chunn (fratello di Jonathan) alla batteria. Echi di GENESIS lontani ed ancora qualcosa di brit-psychedelia.
Avrebbe dovuto essere il nuovo singolo della band, ma incomprensibilmente viene lasciato nell'archio della casa discografica.

(05) - SWEET TALIKG SPOON SONG (novembre 1973)
Sulla vena acustica di '129' questo brano dallo stile volutamente cabarettistico ed old-fashioned. Secondo singolo di discreto successo nell'area del continente australiano che dimostra anche una certa scelta promozionale di humour clownesco in parte del repertorio.

(06) - NO BOTHER TO ME (1974)
Oscura concept-song più impegnata di Tim Finn perchè complessa nell'organizzazione armonica per le tantissime influenza facilmente identificabili, dal prog al country al soul al glam ... un interessante guazzabuglio.

(07) - MALMSBURY VILLA (1974)
Inevitabile ulteriore clownerie a corredo dell'atteggiamento pubblico promozionale apparentemente 'fuori di testa' della band mentre l'organico si è ulteriormente espanso giungendo ad avvalersi del nuovo acquisto Eddie Rayner che rinforza in maniera incontrovertibile l'impianto musicale generale.

(08) - LOVEY DOVEY (1974)
Prima versione del brano che figurerà poi solamente nell'album di esordio euroepeo, intelligentemente recuperata da una delle tante felici intuizioni di Phil Manzanera.

(09) - SPELLBOUND (1974)
Non molto diversa dalla versione che comparirà l'anno successivo nel primo album downunder (e d'altronte i musicisti e l'idea è esattamente la stessa) se non per qualche battuta in più e per una sostanziale variazione sul cantato (che qui è a cura di Tim Finn .... mentre nell'album canterà - in modo completamente diverso e stravolto - Phil Judd).


SPLIT ENZ - Dizrhythmia (1977)



... ovvero del 'Jet lag' sofferto nei lunghi viaggi (circadian dysrhythmia) probabilmente all'origine anche dei primi dissapori nella band.

L'apparizione televisiva nel programma BBC 'Sight & Sounds' (visibile solo parzialmente nel DVD Split Enz) sembra cambiare la prospettiva professionale del gruppo ormai trasferitosi stabilmente a Londra. Quando di conseguenza esce sul mercato il secondo nuovo lavoro, i presupposti per una maggiore attenzione da parte del pubblico sembrano esserci tutti.

E' cambiata la produzione artistica, affidata questa volta a Geoff Emmerick, ma soprattutto sono cambiati gli equilibri all'interno del gruppo con la fuoriuscita di Phil Judd e Jonathan Chunn, una rivoluzione per nulla 'marginale'.

Anche se qualche cosa di Judd rimane in alcune composizioni presenti nella raccolta (una è addirittura completamente sua) è evidente che diventa Tim Finn il referente principale per l'aspetto creativo - coadiuvato di volta in volta da Eddie Rayner e Robert Gillies. I risultati sono tutt'altro che trascurabili qualitativamente, benchè molto più 'educati' delle instabili canzoncine trasversali di Judd. Il sound si fa più compatto e si allontana definitivamente dalle influenze del morente progressive per abbracciare con entusiasmo - e troppo opportunismo forse - una certo 'glam attitude' dell'epoca.

Altro particolare importante da notare è l'arrivo del fratellino Neil Finn alla chitarra ... che in realtà non una 'prima scelta' quanto un vero e proprio ripiego - dato che altri chitarristi avevano rinunciato all'impiego in una band così particolare - ma nel tempo questa soluzione 'in-house' si rivelerà incredibilmente vincente.

(01) - BOLD AS BRASS
A ben ascoltare ... sicuramente il brano migliore per cominciale il nuovo album e per attirare l'attenzione di nuovi potenziali fans e per consolidare quelli antichi, mantenendo quel mix di bizzarria e melodia che è stata fin qui la caratteristica principale della band.
Furbo ritornellino incastonato in un pop trasversale che diventerà il secondo singolo europeo (senza successo).

(02) - MY MISTAKE
Ecco il primo vero tentativo di approdo commerciale con questa canzoncina che - pur mantenendo efficacemente tutti i colori degli Enz - diventa il manifesto evidente della ricerca del consenso di mercato. Il risultato in Europa non sarà quello auspicato comunque mentre al contrario avrà invece pieno effetto sul mercato Australiano e Neozelandese.

(03) - PARROT FASHION LOVE
Uno dei brani più riusciti del disco perchè sostanzialmente vicino alle cose precedenti, con un più aggressivo e solido impianto rock, scritto con grande intelligenza da Rayner ed interpretato al meglio dall'intero gruppo. Una strizzatina al glam emergente con i fiati roboanti, ma una sana origine blues danno al brano un'atmosfera davvero interessante. Si sente la mancanza del basso di Chunn e delle potenziali 'diversioni' chitarristiche dello stralunato Judd, ma bisogna pure farsene una ragione.

(04) - SUGAR AND SPICE
Ed in qualche modo lo spettro di Judd emerge in questo brano (di sua composizione ... e si sente!) dove, nonostante il pesante trattamento 'glammy' generale, lo spirito sostanzialmente psichedelico del suo scrivere riappare nella sua vera genialità.

(05) - WITHOUT A DOUBT
Il contrappasso ideale alla memoria di Judd è invece questo brano del solo Finn, che indica in maniera molto evidente la strada verso una comunicazione comunque più immediata e meno instabile, con un gusto per la melodia decisamente più solido. Una ballata di pregio sicuramente meritevole di attenzione d'ascolto (anche se a volte - forse a causa del pianoforte - ricorda troppo il primo Elton John).

(06) - CROSSROADS
L'esuberanza (costruita e cavalcata promozionalmente con foto surreali e clownesche) del live set degli Enz viene proposta nell'album con questo pastiche che offre però ancora una volta l'occasione di apprezzare la quantità di soluzioni sonore presenti nel gruppo. Spiritoso e ben riuscito.

(07) - CHARLIE
Altra ballata, forse un po' 'più decentrata' dal 'nuovo suono' intrapreso in questo album, ma assolutamente efficace nell'interpretazione vocale di Finn e destinata ad essere un brano di punta nel live set. Memorabile qui l'arrangiamento delle tastiere di Rayner (organo, synth, mellotron e
soprattutto pianoforte) nella parte centrale, capace di raccontare una 'storia nella storia' evocando continui cambiamenti emotivi.

(08) - NICE TO KNOW
Una nuova sterzata rock/blues decisamente molto più grintosa e - per certi versi - più verosimile a quello che avrebbero potuto essere gli Enz se avessero mantenuto la formazione originale (e non è un caso se gli autori sono infatti Judd/Finn/Rayner). Probabilmente il brano che ancora oggi - dopo milioni di ascolti - ancora personalmente preferisco.

(09) - JAMBOUREE
Un bel divertissement 'in aroma prog' per concludere l'avventura. E' di fatto il lato più sperimentale del gruppo (l'aroma prog, nella sezione centrale appunto) ma il crescendo iniziale e finale sono di grande impatto emotivo. Inutile sottolineare il fatto che gli autori riconosciuti del brano sono - neanche a dirlo - Chunn, Crombie, T. Finn, Green, Judd, Rayner ... come a dire SPLIT ENZ mark 1b (!!!)