La versione italiana del vinile originale è già di per sè una sorpresa per gli amanti di John Martyn, ed è anche fonte di orgoglio collezionistico a tutt'oggi per i fortunati possessori della tiratura italiana ... dato che parte del contenuto del vinile made in Italy NON SEMBRA ESSERE STATO ANCORA PUBBLICATO (di-versioni cantate e missaggi differenti) nemmeno dopo due o tre rimasterizzazioni dello stesso album ... è pur vero che la vita artistica del cantautose scozzese doveva davvero versare in condizioni di confusione incredibile all'epoca.
Comunque sia mi risulta difficile trattenere le emozioni nell'ascoltare questo intensissimo disco che - a mio avviso - raccoglie alcune delle migliori pagine del pur sempre complesso repertorio di Martyn.
Gli arrangiamenti raffinatissimi permettono un'interpretazione vocale di grandissima classe, perfettamente nelle possibilità da uno straordinario manipolatore emotivo delle parole e dei suoni della voce quale John Martyn è sempre stato.
Dalla dolcezza di "Certain surprise" al quasi-grugnito di "Big Muff", dall'aggressività di "Dealer" all'eterea impalpabile voce di "Small hours" questo disco è una continua successione di vere emozioni.
Sicuramente tra i miei preferiti "One world" racconta un John Martyn che (forse) avrebbe potuto esistere, ma che in realtà non si è mai concretizzato ... infinita dolcezza annegata in un mare di alcool e pessime abitudini.
Martyn ha lasciato questa dimensione terrena nel gennaio di quest'anno ... e di lui è rimasta l'arte così fragile rispetto al suo corpulento aspetto scombinato ed aggressivo.
E la sua musica è un bene prezioso che merita ancora tanta attenzione, perchè in cambio offre sempre mille emozioni.
Comunque sia mi risulta difficile trattenere le emozioni nell'ascoltare questo intensissimo disco che - a mio avviso - raccoglie alcune delle migliori pagine del pur sempre complesso repertorio di Martyn.
Gli arrangiamenti raffinatissimi permettono un'interpretazione vocale di grandissima classe, perfettamente nelle possibilità da uno straordinario manipolatore emotivo delle parole e dei suoni della voce quale John Martyn è sempre stato.
Dalla dolcezza di "Certain surprise" al quasi-grugnito di "Big Muff", dall'aggressività di "Dealer" all'eterea impalpabile voce di "Small hours" questo disco è una continua successione di vere emozioni.
Sicuramente tra i miei preferiti "One world" racconta un John Martyn che (forse) avrebbe potuto esistere, ma che in realtà non si è mai concretizzato ... infinita dolcezza annegata in un mare di alcool e pessime abitudini.
Martyn ha lasciato questa dimensione terrena nel gennaio di quest'anno ... e di lui è rimasta l'arte così fragile rispetto al suo corpulento aspetto scombinato ed aggressivo.
E la sua musica è un bene prezioso che merita ancora tanta attenzione, perchè in cambio offre sempre mille emozioni.