DGMLive aggiunge un ulteriore tassello alla già ampia documentazione live della prima parte degli anni 70 datata giugno 1973 in occasione del tour relativo all'uscita di LARKS' TONGUES IN ASPIC.
La sorgente sonora originale di questa audio-proposta è un bootleg dell'epoca (già ampiamente famoso tra gli appassionati del genere) solo parzialmente (ma efficacemente) riveduta e corretta grazie alla perizia e alla passione di Alex Mundy in DGM.
E' comunque onestamente un mistero/peccato che non esista una registrazione professionale di questo concerto dal momento che è più che notorio il fatto che all'epoca la band fosse dotata di attrezzatura per registrare i concerti (data la massiccia produzione contenuta in THE GREAT DECEIVER ad esempio).
Il doversi accontentare della tipica qualità fangosa del "suono bootleg" dispiace ancora di più data l'incredibile performance del gruppo (in evidente serata di grazia) così ricca di spunti innovativi, di energia e della inimitabile "spezia crimsoniana" che rende QUEL SUONO e QUEL MOMENTO CREATIVO unico ed inarrivabile.
Verrebbe da dire che il concerto di Berkeley è probabilmente PIU' ISPIRATO di tante altre uscite postume e che - solo per fare un esempio - la versione di "Larks tongues in aspic part I" è probabilmente in assoluto la più straordinaria dopo l'originale in studio. Anche "Easy money" risulta qui intensa come non mai ... e se penso di averne sentite almeno un centinaio di versioni ... non credo di ricordare un John Wetton così "in palla" (soprattutto con il basso).
Notevole anche Bruford (capace di riprodurre da solo il possente suono delle percussioni di Jamie Muir in tutto il set) ed un sorprendente Cross (in particolare nel progressivo crescendo di "The talking drum" e nelle due parti di "Lark's tongues in aspic").
Su tutto, poi, merita poi una citazione speciale la versione esplosiva di "21st Century schizoid man" vero e proprio INNO del gruppo che qui - e comunque nonostante le differenti formazioni che lo hanno eseguito rimane il tassello fondamentale del concetto crimsoniano stesso - davvero conferma l'impressionante potenza espressiva di questo quartetto.
Fripp poi ha qui il potere datogli probabilmente da una asoluta padronanza del suo suono di allora e forse - ma è una mia ipotesi - da QUEL PARTICOLARE MOMENTO in cui non è ancora stanco della routine generata dalla professione, dalla "road fatigue" (che lo avrebbe indotto solo qualche mese dopo ad abbandonare tutto).
Il potere di Fripp è nella scelta di spostare il suo stesso modo di suonare a seconda dell'ispirazione del momento, portandosi dietro tutto il gruppo ... ed infatti - come spesso è accaduto durante quella tournee - i momenti "sonici" più clamorosi avvengono quando il quartetto si lancia in improvvisazioni totali senza schema precostituito con strutture sempre cangianti ed in divenire (la seppur breve improvvisazione proposta durante questo set è semplicemente straordinaria).
E' più che evidente che questo concerto è l'ennesima dimostrazione di una musica "giovanile" portata alla massima potenza espressiva "progressiva".
La sorgente sonora originale di questa audio-proposta è un bootleg dell'epoca (già ampiamente famoso tra gli appassionati del genere) solo parzialmente (ma efficacemente) riveduta e corretta grazie alla perizia e alla passione di Alex Mundy in DGM.
E' comunque onestamente un mistero/peccato che non esista una registrazione professionale di questo concerto dal momento che è più che notorio il fatto che all'epoca la band fosse dotata di attrezzatura per registrare i concerti (data la massiccia produzione contenuta in THE GREAT DECEIVER ad esempio).
Il doversi accontentare della tipica qualità fangosa del "suono bootleg" dispiace ancora di più data l'incredibile performance del gruppo (in evidente serata di grazia) così ricca di spunti innovativi, di energia e della inimitabile "spezia crimsoniana" che rende QUEL SUONO e QUEL MOMENTO CREATIVO unico ed inarrivabile.
Verrebbe da dire che il concerto di Berkeley è probabilmente PIU' ISPIRATO di tante altre uscite postume e che - solo per fare un esempio - la versione di "Larks tongues in aspic part I" è probabilmente in assoluto la più straordinaria dopo l'originale in studio. Anche "Easy money" risulta qui intensa come non mai ... e se penso di averne sentite almeno un centinaio di versioni ... non credo di ricordare un John Wetton così "in palla" (soprattutto con il basso).
Notevole anche Bruford (capace di riprodurre da solo il possente suono delle percussioni di Jamie Muir in tutto il set) ed un sorprendente Cross (in particolare nel progressivo crescendo di "The talking drum" e nelle due parti di "Lark's tongues in aspic").
Su tutto, poi, merita poi una citazione speciale la versione esplosiva di "21st Century schizoid man" vero e proprio INNO del gruppo che qui - e comunque nonostante le differenti formazioni che lo hanno eseguito rimane il tassello fondamentale del concetto crimsoniano stesso - davvero conferma l'impressionante potenza espressiva di questo quartetto.
Fripp poi ha qui il potere datogli probabilmente da una asoluta padronanza del suo suono di allora e forse - ma è una mia ipotesi - da QUEL PARTICOLARE MOMENTO in cui non è ancora stanco della routine generata dalla professione, dalla "road fatigue" (che lo avrebbe indotto solo qualche mese dopo ad abbandonare tutto).
Il potere di Fripp è nella scelta di spostare il suo stesso modo di suonare a seconda dell'ispirazione del momento, portandosi dietro tutto il gruppo ... ed infatti - come spesso è accaduto durante quella tournee - i momenti "sonici" più clamorosi avvengono quando il quartetto si lancia in improvvisazioni totali senza schema precostituito con strutture sempre cangianti ed in divenire (la seppur breve improvvisazione proposta durante questo set è semplicemente straordinaria).
E' più che evidente che questo concerto è l'ennesima dimostrazione di una musica "giovanile" portata alla massima potenza espressiva "progressiva".