Musicista francese di culto (nato nel 1948 in Provenza), artefice di straordinarie combinazioni musicali a cavallo tra musica concreta, progressiva d'avanguardia, elettronica, kraut, psichedelia, rock e dodecafonia. Una moltitudine di suggestioni che si concretizzano interagendo tra loro nella maggior parte delle sue incredibili (ed imperdibili) testimonianze discografiche.
Per lui (che nel 1974 ha composto la musica per l'opera di Salvador Dalì intitolata "Etre Dieu") è stato spesso usato il termine "mentalscapes" che da solo definisce efficacemente l'aspetto altamente evocativo della sua musica, dotata di una forza espressiva che trasporta l'ascoltatore in dimensioni interessanti e suggestive.
Chi ascoltava una certa musica creativa europea negli anni settanta si deve per forza essere imbattuto in questa forte personalità artistica (per gli appassionati di un certo rock di culto, era nota la sua amicizia con Mike Ratledge e Robert Wyatt ai quali il musicsta francese dedicò il suo secondo lavoro ititolato "Doctor Faust").
Per fortuna, solo ultimamente è stato sconfitto - in gran parte grazie alla rete - l'ostracismo commerciale che per anni ha reso praticamente impossibile reperire sul mercato discografico italiano anche una minima parte della sua straordinaria produzione.
LOGOS (datato 1970) è un lavoro dove a dominare lo scenario è una siderea oscurità rotta spesso dal pulsare dinamico di una tribalità che racconta di un'energia vitale presente evidentemente ovunque ... in qualsiasi spazio ipotizzabile.
Un disco BELLISSIMO per un autore che merita di essere riascoltato con grande attenzione.
Per lui (che nel 1974 ha composto la musica per l'opera di Salvador Dalì intitolata "Etre Dieu") è stato spesso usato il termine "mentalscapes" che da solo definisce efficacemente l'aspetto altamente evocativo della sua musica, dotata di una forza espressiva che trasporta l'ascoltatore in dimensioni interessanti e suggestive.
Chi ascoltava una certa musica creativa europea negli anni settanta si deve per forza essere imbattuto in questa forte personalità artistica (per gli appassionati di un certo rock di culto, era nota la sua amicizia con Mike Ratledge e Robert Wyatt ai quali il musicsta francese dedicò il suo secondo lavoro ititolato "Doctor Faust").
Per fortuna, solo ultimamente è stato sconfitto - in gran parte grazie alla rete - l'ostracismo commerciale che per anni ha reso praticamente impossibile reperire sul mercato discografico italiano anche una minima parte della sua straordinaria produzione.
LOGOS (datato 1970) è un lavoro dove a dominare lo scenario è una siderea oscurità rotta spesso dal pulsare dinamico di una tribalità che racconta di un'energia vitale presente evidentemente ovunque ... in qualsiasi spazio ipotizzabile.
Un disco BELLISSIMO per un autore che merita di essere riascoltato con grande attenzione.