Altro "viaggio" musicale dell'ineffabile duo giapponese alle prese con gli ingredienti di una psichedelia sintetica anni 2000 ossessiva quanto quella degli Ozric Tentacles, ma fredda come la Yellow Magic Orchestra.
Rifugio per un appassionato di musica con forte predisposizione alla nostalgia per i tempi trascorsi (anni 50/60/70/80 e anche 90 ed oltre). Riflessioni rare e casuali sulla musica, il cinema e l'arte delle ultime decadi del novecento e di inizio nuovo millennio.
venerdì 23 ottobre 2009
CATHERINE WHEEL - Chrome (1993)
In questo secondo lavoro della band di Norfolk (UK) non c'è traccia della sapiente produzione di Tim Friese-Green (Talk Talk) che aveva saputo dare al disco di debutto un'atmosfera anche originale nel suo contesto.
Qui il sound del gruppo è più cupo e rabbioso e ciò non esclude la presenza di momenti pregevoli, ma proprio la voglia di essere "cattivi" fa mancare quel "qualcosa" che forse era davvero il fattore distintivo della prima uscita discografica.
Curiosa la traccia n.10 intitolata "Fripp"!
Qui il sound del gruppo è più cupo e rabbioso e ciò non esclude la presenza di momenti pregevoli, ma proprio la voglia di essere "cattivi" fa mancare quel "qualcosa" che forse era davvero il fattore distintivo della prima uscita discografica.
Curiosa la traccia n.10 intitolata "Fripp"!
TOE - The Book About My Idle Plot On A Vague Anxiety (2005)
CHRISTINE 23 ONNA - Acid eater (2002)
Psichedelia dall'oriente per il nuovo millennio.
Finta colonna sonora forse in omaggio al film "Acid Eaters" (1968) con una musica super "spaced-out" prodotta da Fusao Toda (Angel'in Heavy Syrup) e Maso Yamazaki (che quando canta altrove usa il geniale nickname di "Masonna" ... argh!).
In questo esercizio di moderna simulazione (?) lisergica non mancano i phasers, gli echi, i feedbacks, i rumori bianchi, i riff ossessionanti, i ritmi ipnotici, le distorsioni e le melodie apparentemente infantili.
Tutto il tipico campionario semantico della psichedelia fine anni 60 è perfettamente ricompilato in sequenze suggestive che cercano di raccontare e rievocare - a posteriori - quella brillante stagione creativa.
Finta colonna sonora forse in omaggio al film "Acid Eaters" (1968) con una musica super "spaced-out" prodotta da Fusao Toda (Angel'in Heavy Syrup) e Maso Yamazaki (che quando canta altrove usa il geniale nickname di "Masonna" ... argh!).
In questo esercizio di moderna simulazione (?) lisergica non mancano i phasers, gli echi, i feedbacks, i rumori bianchi, i riff ossessionanti, i ritmi ipnotici, le distorsioni e le melodie apparentemente infantili.
Tutto il tipico campionario semantico della psichedelia fine anni 60 è perfettamente ricompilato in sequenze suggestive che cercano di raccontare e rievocare - a posteriori - quella brillante stagione creativa.
AA VV - Better than the Beatles (1964-65)
Stupido sciovinismo semi-serio e protezionismo musicale a stelle e striscie CONTRO la musica dei Beatles e contro la "British invasion" dell'epoca.
Se voleva essere divertente questa compilation di canzoncine anti-Fab4 non riesce affatto nell'intento ed anzi, in essa sono invece riconoscibili alcuni elementi di becero nazionalismo e vera e propria offesa musicale e verbale al gruppo e all'europa in generale.
Sono rimasto davvero gelato nel considerare questo ampio movimento "CONTRO" un fenomeno di costume e di mercato che - sebbene comprensibilmente avesse generato una discreta invidia e impotenza da parte della scena musicale USA - non meritava un trattamento che assume a volte tratti "politici" di pesante rilevanza.
Volevo divertirmi ascoltando questa ennesima pubblicazione Beatles-related, ho finito invece anche per scocciarmi.
Concludo comunque SUGGERENDO di ascoltare questo materiale, perchè è sempre meglio sapere DOVE può arrivare la stupidità organizzata anche in un "innocente" contesto come la parodia (?) musicale.
Se voleva essere divertente questa compilation di canzoncine anti-Fab4 non riesce affatto nell'intento ed anzi, in essa sono invece riconoscibili alcuni elementi di becero nazionalismo e vera e propria offesa musicale e verbale al gruppo e all'europa in generale.
Sono rimasto davvero gelato nel considerare questo ampio movimento "CONTRO" un fenomeno di costume e di mercato che - sebbene comprensibilmente avesse generato una discreta invidia e impotenza da parte della scena musicale USA - non meritava un trattamento che assume a volte tratti "politici" di pesante rilevanza.
Volevo divertirmi ascoltando questa ennesima pubblicazione Beatles-related, ho finito invece anche per scocciarmi.
Concludo comunque SUGGERENDO di ascoltare questo materiale, perchè è sempre meglio sapere DOVE può arrivare la stupidità organizzata anche in un "innocente" contesto come la parodia (?) musicale.
THE ROTARY CONNECTION - Aladdin (1968)
Secondo disco per la band che soprendentemente ha pensato bene di fondere in un unico contenitore soul, pop, jazz, psichedelia e musica orchestrale ... e sebbene possa sembrare impossibile, il risultato che ne è venuto fuori - soprattutto nei primi album - è quantomeno intrigante.
Non è solo la voce della compianta Minnie Riperton a rivelarsi in tutta la sua versatilità, quanto piuttosto l'idea rivoluzionaria di sovrapporre pesanti arrangiamenti - a volte anche palesemente dissonanti e "borderline" - a canzoni tipicamente soul e ryhthm'n'blues creando un'entità sonora completamente a sé stante.
Con una proposta così ambiziosa ed originale, la band si è esposta al rischio di mescolare talmente tanto gli ingredienti da renderli anche indigesti in qualche circostanza, ma per ascoltare questo pezzo di storia della musica (davvero rivoluzionaria nell'intento) vale la pena anche soprassedere su qualche evidente eccesso di "psichedelica autocompiacenza" da parte degli autori.
Non è solo la voce della compianta Minnie Riperton a rivelarsi in tutta la sua versatilità, quanto piuttosto l'idea rivoluzionaria di sovrapporre pesanti arrangiamenti - a volte anche palesemente dissonanti e "borderline" - a canzoni tipicamente soul e ryhthm'n'blues creando un'entità sonora completamente a sé stante.
Con una proposta così ambiziosa ed originale, la band si è esposta al rischio di mescolare talmente tanto gli ingredienti da renderli anche indigesti in qualche circostanza, ma per ascoltare questo pezzo di storia della musica (davvero rivoluzionaria nell'intento) vale la pena anche soprassedere su qualche evidente eccesso di "psichedelica autocompiacenza" da parte degli autori.
Etichette:
(*) USA,
1968,
Minnie Riperton,
The Rotary Connection
Iscriviti a:
Post (Atom)