Soprannominati da qualcuno (con una certa malizia ma non senza motivo) "The Kraut Floyd" questa band della zona ovest di Berlino ha avuto la massima visibilità all'inizio degli anni settanta, sulla scia della psichedelia oppiacea (naturale) e la cultura post-hippie che in Germania aveva avuto sicuramente maggiore diffusione che non addirittura nella stessa Gran Bretagna.
La seconda uscita discografica di questa band si lascia ascoltare ancora oggi con grande piacevolezza grazie all'elemento sonoro sempre fluttuante tra un'assolo ed un climax ritmico armonico (spesso di sapore vagamente mediorientale) tipico di una certa fluidità (o bisognerebbe dire ... Floydità) comune dell'epoca, con la curiosa ma efficacissima aggiunta di suoni elettronici (del brillante Michael Hoenig) che contribuiscono a creare parallele atmosfere aliene in grado di offrire importanti soluzioni di continuità all'altrimenti monotono schema psichedelico-californiano della "song-with-no-end".
La seconda uscita discografica di questa band si lascia ascoltare ancora oggi con grande piacevolezza grazie all'elemento sonoro sempre fluttuante tra un'assolo ed un climax ritmico armonico (spesso di sapore vagamente mediorientale) tipico di una certa fluidità (o bisognerebbe dire ... Floydità) comune dell'epoca, con la curiosa ma efficacissima aggiunta di suoni elettronici (del brillante Michael Hoenig) che contribuiscono a creare parallele atmosfere aliene in grado di offrire importanti soluzioni di continuità all'altrimenti monotono schema psichedelico-californiano della "song-with-no-end".