martedì 22 dicembre 2009

AGITATION FREE - 2nd (1973)



Soprannominati da qualcuno (con una certa malizia ma non senza motivo) "The Kraut Floyd" questa band della zona ovest di Berlino ha avuto la massima visibilità all'inizio degli anni settanta, sulla scia della psichedelia oppiacea (naturale) e la cultura post-hippie che in Germania aveva avuto sicuramente maggiore diffusione che non addirittura nella stessa Gran Bretagna.

La seconda uscita discografica di questa band si lascia ascoltare ancora oggi con grande piacevolezza grazie all'elemento sonoro sempre fluttuante tra un'assolo ed un climax ritmico armonico (spesso di sapore vagamente mediorientale) tipico di una certa fluidità (o bisognerebbe dire ... Floydità) comune dell'epoca, con la curiosa ma efficacissima aggiunta di suoni elettronici (del brillante Michael Hoenig) che contribuiscono a creare parallele atmosfere aliene in grado di offrire importanti soluzioni di continuità all'altrimenti monotono schema psichedelico-californiano della "song-with-no-end".


A EUPHONIUS WAIL - A euphonious wail (1973)



Muscoloso gruppo rock made in USA rimasto pressochè sconosciuto anche in patria.

Eppure avevano tutte le carte in regola per fare la loro buona carriera questi ragazzi di Santa Rosa (California), suono massiccio, due voci talentuose (man/woman) e soprattutto uno spirito di gruppo che potrebbe ricordare molte altre band contemporanee (immaginate degli Iron Butterfly leggermente meno pesanti ed oscuri).

Ma si sa qualche volta il destino di una band è nelle mani del "momentum" ... perso quello, è quasi sempre impossibile recuperarlo, il treno della fortuna nel mondo della musica rock, se passa ... lo fa solo in una occasione.

Consiglio l'ascolto di questo album soprattutto per la qualità degli arrangiamenti di chitarra e tastiera, senza dubbio eccellenti.

DANIELLE DAX - Pop eyes (1983)



Intensissimo album di Danielle Dax che di gran lunga permette di apprezzare appieno l'assoluto valore creativo di questo personaggio borderline, soprattutto se la si giudica nel contesto di una stagione ricchissima di fermento ma eccessivamente ripiegata sulla musica di facile consumo.

Questo è un album di altissimo livello dove le sonorità degli strumenti coinvolti si attorcigliano tra loro, mescolandosi in insoliti connubi dai colori nuovi ed originali mentre la suadentissima sinistra voce di Danielle recita il ruolo di maestro di cerimonie accompagnando con grande misura ogni singolo brano alla sua esatta posizione nell'universo sonoro da lei concepito.

Se esistono dei dischi che hanno segnato profondamente la vis creativa della decade per certi versi più crudele della musica giovane, "Pop Eyes" è sicuramente uno dei più significativi e solidi momenti di orgoglio artistico.

DANIELLE DAX - Jesus egg that wept (1984)



Artista straordinaria per la sua coerenza creativa, DANIELLE DAX ha regalato momenti di altissimo progresso alla scena asfittica di una new wave britannica spesso tutta dedicata alla disperazione nichilista di una generazione forse sbandata e stravolta dallo scenario esistenziale in improvviso veloce movimento.

E proprio alla fine degli anni settanta con il duo LEMON KITTENS Danielle aveva già realizzato dischi di assoluto valore artistico (un esempio tra tutti l'emblematico straordinario "We buy a hammer for daddy").

Sciolto il sodalizio con Karl Blake che teneva in vita il progetto Lemon Kittens, Danielle Dax si è dedicata ad intraprendere una bizzarra traiettoria musicale che tenesse conto delle innumerevoli suggestioni musicali disponibili, sempre modellate sulla sua multiforme poliedrica personalità di artista e performer.

Nel 1984 esce con questo mini-Lp che la vede protagonista assoluta in contesti caratterizzati da strane atmosfere musicali a cavallo tra una specie di improbabile gospel ed una tribalità non identificata (portata a diventare quasi Rockabilly a volte), mettendo in grandissima luce la sua splendida voce capace di attraversare suoni oscuri e torbidi per poi raggiungere vette acute di purezza inaspettata.

Breve, ma bellissimo, esempio di intelligenza applicata alla new wave.

THE MUTTON BIRDS - Envy of angels (1996)

Un esempio perfetto di musica commerciale intelligente e meritevole di essere ascoltata senza pregiudizi.

PEARLS BEFORE SWINE - One nation underground (1969)


TOM RAPP e la sua curiosa "esse" da Gatto Silvestro nel 1967 ha scelto questo bizzarro pseudonimo per proporsi al mondo musicale dei circuiti folk elettrici in grande fermento in quel periodo.

Il disco in sè ancora oggi assume un rilievo notevole se contestualizzato in quell'ambiente alla ricerca della proposta impegnata nei testi e di nuovi suoni da affiancare.

Rapp quindi inventa per le sue canzoni una dimensione onirica leggermente (ma non troppo) psichedelica unendo i suoni di chitarre acustiche filtrate a freddi registri di organo Farfisa davvero tanto inquietanti quanto originali nell'approccio minimale.

Rapp poi non esita a giocare poi con la beffarda ironia e la volontà dissacratoria dell'esuberanza tipica giovanile quando inserisce nella canzone "(oh dear) Miss Morse" il suono di un messaggio morse che trasmette distintamente le lettere F-U-C-K (che evidentemente qui non necessitano certo di traduzione)

Registrato in soli tre giorni di settembre del 1967 "One Nation Underground" viene pubblicato solo nel 1969 ma riscuote un successo di tutto rispetto, giungendo a vendere (sembra) quasi 250.000 copie, una cifra davvero notevole per l'epoca.

Memorabile.

BARCLAY JAMES HARVEST - Barclay James Harvest (1970)



BJH è un gruppo scarsamente conosciuto in Italia, ma non per questo non è stato uno dei brillanti esponenti del rock early settanta che non si è mai voluto/potuto evolvere in una direzione progressiva più "colta" rimanendo però fedele al suo stile semplice ma efficace di grande fascino rock melodico.

Certo qualche tentativo "romantico" è stato fatto soprattutto in questo album d'esordio dove di tanto in tanto mellotron e chitarre sognanti raccontano favole fantastiche vicine ai primi Genesis (ma sicuramente più simili agli Strawbs), ma il risultato finale non permette alla band di recitare un ruolo di una qualche rilevanza nello scenario artistico allora in inesorabile crescita.

Nemmeno quando si avventurano nell'ambiziosa suite (comunque pregevole) "Dark now my sky" i BJH riescono nell'intento di convincere sulla loro "seriosità" e nonostante l'impegnativo apparato orchestrale che li accompagna rimane sempre presente un senso di ridondanza eccessiva.

Ciònonostante meritano comunque un ascolto rispettoso ed attento.


GRAHAM CENTRAL STATION - Now do-u-wanta dance (1977)



Quinto grandissimo album dello straordinario bassista LARRY GRAHAM e della sua formidabile funkband, vero e proprio vulcano creativo nell'ambito della black-music.

E' insolto pensare alla musica funk con una ottica differente dalla musica di intrattenimento, specie nella decade del Philly Sound di KC & The Sunshine Band o del "glamorous" soul-funky-sound" di gruppi come Earth Wind & Fire. Eppure a certe band del movimento va riconosciuto il tentativo assolutamente encomiabile di spostare il baricentro della propria creatività istintiva verso qualche forma più elaborata ed imprevedibile dello schema funky-soul più tradizionale e banale.

FUNKADELIC ed i primi KOOL & THE GANG sono stati alcuni degli ottimi testimonials di questa sorprendente ibridazione di un sound nato per far ballare il corpo con elementi di stimolo anche mentale (necessari per apprezzare alcune sfumature del suono generale)

"Now do-u-wanta dance" contiene così elementi di Doo-Wop, Heavy Rock e strane influenze europee che si mescolano sapientemente al funky groove di base con cui far muovere la platea.

La title track è straordinaria in questa direzione, ma il devastante basso distorto (molto europeo in verità) dell'apocalittica "Earthquake" o nell'inquietante ballata soul "Lead me on" propongono davvero una musica meritevole di grandissima attenzione per un pubblico sensibile alla vera creatività-di-contesto, dove alcune trovate sono palesemente "fuori-standard" (il romantico "mellotron" sempre in "Lead me on") ma per questo indice di elaborazione cercata e ostinatamente voluta.

... inoltre - come ultima 'nota di colore' - gli appassionati del grandissimo PRINCE dovrebbero partire da QUI per ... ascoltarlo e capirlo!