DANCE OF THE AGE OF ENLIGHTEMENT
è stato per anni uno dei "the best known secret" della musica internazionale prodotta nella seconda metà degli anni settanta del secolo scorso. La sua controversa storia ha lasciato spesso spazio a narrazioni imprecise e discordanti, ma a prescindere da essa, il problema vero era che quella musica sapientemente concepita e prodotta dal virtuoso polistrumentista statunitense DAVID SANCIOUS era di fatto rimasta archiviata nel buio di qualche polveroso scaffale di un magazzino qualsiasi, deposito di novelle opere celibi, ritenute inutili e/o non meritevoli di rappresentare qualcosa di commercialmente interessante.
Adesso, grazie alla nuova inaspettata ristampa dell'etichetta ICONOCLASTIC RECORDS, è arrivato il momento di riscrivere la storia di quello sfortunato capitolo della discografia americana di fine secolo scorso.
DAVID SANCIOUS
polistrumentista allora ventiquatrenne del New Jersey, nel 1975 organizza un suo progetto solista accompagnato da una band allestita appositamente per l'occasione.
DAVID SANCIOUS pubblica per la Epic Records in quell'anno "Forest of feelings", un eccellente album di fusion/progressiva che interpreta molto bene la sotterranea influenza che il progressivo europeo stava finalmente avendo nelle nuove generazioni di artisti americani.
Il fenomeno progressive americano non è neanche minimamente paragonabile a quello europeo, ma più per colpa nostra che non della qualità delle proposte d'oltreoceano, dato che sono molti gli esempi di creatività "prog" che nella fine degli anni settanta producono interessanti risultati musicali.
Ad ogni modo questo primo album di Sancious sembra aprire la strada ad un nuovo talento in grado di portare un'aria fresca anche nel mercato statunitense.
L'etichetta ARISTA (sussidiaria della Columbia Records) da due anni appena attiva sul mercato americano, nel tentativo di ritagliarsi un'identità produttiva, recluta alcune band esordienti più o meno attive sul territorio nazionale, con lo scopo di attirare l'attenzione delle nuove generazioni alla ricerca di musiche "differenti" dagli standard solitamente in voga in quegli anni.
O almeno il tentativo era quello di affiancare a produzioni più "sicure" in termini di reddito qualche nuovo talento da esibire con orgoglio e dimostrazione di pre-veggenza creativa.
Inizia l'era (breve) di DAVID SANCIOUS AND THE TONE
A questo punto, quando David Sancious firma per la Arista la storia si fa molto più opaca e contraddittoria, di certo si sa solo che l'etichetta si rende disponibile a pubblicare almeno due album in successione iniziando allo scopo una promozione molto attiva fin dalle prime notizie della suggellata collaborazione con l'artista.
Sancious and Tone registrano "Dance Of The Age Of Enlightenment" in Colorado con la preziosissima collaborazione del fonico e produttore Bruce Botnick. E? inizialmente concepito come un balletto in quattro tableaux (benchè non verrà mai proposto come tale).
Nelle nuove note di copertina Sancious precisa che la tecnologia del momento non permetteva alle tastiere di utilizzare la polifonia e quindi per ottenere le parti orchestrali complesse era stato costretto a registrare e sovraincidere nota per nota ogni singola componete dell'orchestrazione.
Fu un progetto particolamente complesso e faticoso, ma decisamente soddisfacente per Sancious, Botnick ed i musicisti coinvolti.
Una volta completato il lavoro e dopo aver compiuto il missaggio definitivo, Sancious affidò ad un produttore interno della Arista Records il master finale del disco, da masterizzare ed ottimizzare per la stampa in vinile.
Da questo momento della storia di questo album si erano perse le tracce, se non per un comunicato stampa che riguardava l'avvenuta cancellazione dello stesso dal programma di pubblicazioni della stessa Arista (peraltro senza ulteriori indicazioni o giustificazioni specifiche).
Ins eguito l'etichetta ancd ò incontro a crisi di liquidità e l'attività in generale venne ridotta al minimo fino a quando nel 1979 venne assorbita dalla RCA (attraverso un ulteriore assorbimento tramite la BMG Ariola tedesca) che decise di non provvedere a ristampare (o anche solo semplicemente stampare per la prima volta il materiale contenuto nell'archivio dell'etichetta fallita.
Ora, ancora una volta grazie alle nuove note di copertina dell'edizione da poco pubblicata dalla Iconoclastic Records, sappiamo davvero come sono andate le cose ... e ad essere sinceri, era meglio non saperle ...
David Sancious infatti racconta di come avesse consegnato il master dell'album all'executive della Arista in attesa della masterizzazione ed ottimizzazione finale che venne quindi effettuata non in presenza dell'artista (impegnato contrattualmente a fare promozione e/o esibirsi in pubblico per preparare il terreno alla pubblicazione del disco stesso).
Una volta completato il processo, venne consegnato a Sancious la lacca definitiva del disco, ma con grandissimo stupore il compositore notò come ogni singolo brano del disco fosse stato riprodotto e masterizzato ad una velocità almeno del 20% maggior a quella reale, con il risultato che tutto suonava "velocizzato" e completamente non coerente con l'esecuzione originale consegnata dal compositore).
Evidentemente l'executive a cui era stato affidato il compito di chiudere la pratica aveva ritenuto più eccitante attribuire maggiore grinta quella velocità ... chissà se non fosse stato "alterato" lui stesso nel prendere quella nefasta decisione).
Legittimamente infuriato Sanciopous diffidò la Arista dal pubblicare l'album in quelle condizioni, sperando che l'etichetta fornisse finanziamenti necessari per rielaborare un nuovo master per ottemperare al contratto stipulato.
Purtropo le cose andarono diversamente e - essendosi trattato di un rifiuto espresso dall'artista - l'etichetta chiese all'artista stesso di ottemperare al contratto fornendo un album da pubblicare al posto di quello "rifiutato" ... il risultato fu che il progetto "Sancious and The Tone" venne momentaneamente "congelato" ed il solo Sancious fornì un nuovo album a suo nome intitolato semplicemente "David Sancious".
In questo modo l'originale master di "Dance Of The Age Of Enlightenment" fu definitivamente archiviato da quache parte destinato all'oblio.
Dopo tanti anni finalmente la storia è stata chiarita e l'ascolto della LEGITTIMA versione (alla corretta velocità) non toglie nulla al valore dell'operazione che però - per come sono andate le cose - non ha avuto la possibiiltà di vivere nel "suo momento" diventando solo un'affermazione a posteriori del talento profuso all'epoca, sprecato e quasi dimenticato "solo" per una maldestra decisione di terzi.
(qualcuno sostiene anche che si sia trattato di un problema tecnico di "riallineamento" dei registratori analogici all'atto del mastering, ma sono tutte giustificazioni che comunque non tolgono la scelta crininale della Arista di non tutelare il proprio artista.
Per me che ho ascoltato fino allo sfinimento il disco alla "velocità sbagliata" naturalmente ascoltarlo in questa nuova veste risulta "meno adrenalinico" ma allo stesso tempo risulta anche "umano".
Buona riscoperta a tutti quelli che proveranno a recuperarne una copia "tardiva".
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Il primo bootleg non autorizzato (reperito non ricordo dove) |
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il "più credibile" bootleg ad opera della Tachika Records |