"Why can't we play today?
Why can't we stay that way?"
(Remember a day - Richard Wright 1968)
Una volta ricordo di aver definito con degli amici Richard il TERZO fratello WRIGHT per la straordinaria capacità di far VOLARE le emozioni nei cuori dei tantissimi appassionati dei PINK FLOYD (ed anche in moltissimi inconsapevoli ascoltatori distratti che involontariamente avranno provato una qualche emozione nel sentire le sue magiche note magari accompagnare uno spot pubblicitario qualsiasi o un reportage scientifico o giornalistico).
Non sono state molte le composizioni incluse nel repertorio della band e firmate dal solo Wright, ma il suo contributo al "suono" dei Floyd è assolutamente essenziale e paritario a quello degli altri tre Se esistesse una sorta di “giustizia creativa", forse gli si dovrebbero attribuire molti più meriti di quanto la gli siano stati riconosciuti in effetti.
Un esempio? … provate ad ascoltare la versione MONO di "Interstellar Overdrive” … l'inno dell'UFO CLUB nella stagione lisergica di quei Pink Floyd e vi renderete subito conto che l'alone sonoro su cui volteggia la chitarra "al vetriolo" (o al “mandrax", dipende) di Barrett è semplicemente una straordinaria invenzione "ambient ante litteram" di un Richard Wright alle prese con un organetto elettronico ed un echo Binson. La versione MONO rende molto più evidente il suo contributo alla realizzazione di un brano diventato presto leggendario nella nuova musica giovane della seconda metà del secolo scorso.
Ed è solo UNO degli esempi ... gli altri sarebbero troppi per essere elencati qui … anche se non posso proprio esimermi dal citare la sezione finale di "Saucerful of secrets" ("Celestial voices") o la struggente introduzione al piano riverberato di "Echoes", o ancora il movimento finale di "Wish you were here", dove tutto ciò che si è sentito fino a quel momento si perde nel nulla di una (forse confortante) malinconica rassegnazione.
Ma i suoi brani dimostrano allo stesso tempo una straordinaria capacità creativa nel sapersi anche inserire con indubbia personalità tra le maglie compositive di due (prima) o tre (poi) ingombranti compagni di viaggio. Nelle sue dolcissime "song" offre momenti di pausa dalle angosce di Waters, ma è pronto ad aggredire l’ascoltatore con una violenza sonora inaspettata quando riversa tra i solchi del disco UMMAGUMMA 4 feroci improvvisazioni dedicate all'interminabile condizione di Sisifo. Il mellotron diventa uno strumento che non viene usato per costruire artifizi di arrangiamento neoclassico, ma Ë una vera arma sonora per esprimere creatività pura.
So long, Richard Wright.