venerdì 9 gennaio 2009

FAR EAST FAMILY BAND - Parallel world (1976)




Band giapponese della metà degli anni settanta che nasconde tra i nomi originali dei componenti Masanori Takahashi ovvero il ben più noto KITARO. Per questo loro terzo lavoro la produzione è affidata addirittura a "sua cosmicità" KLAUS SCHULZE in persona.
Il risultato che ne viene fuori è un bizzarro mix di rock e di trippy-prog space-rock in grado di affascinare e catturare con le sue ipnotiche atmosfere smaganti proprie di una psichedelia sicuramente derivativa con grandi sezioni ritmiche ossessive a ricordare i giorni dei primi Floyd ed aperture progressive a piene mani e cantati piuttosto evanescenti nell' idioma del sol levante che - onestamente però - non aggiunge un particolare fascino esotico (non esiste qui l'effetto DAMO SUZUKI nei CAN ... per intenderci!).
Benchè non imperdibile, questo cosmic-prog dei Far East Family Band può però rappresentare una buona alternativa a molti altri ascolti pseudo artistici provenienti dall'europa, mettendo comunque in preventivo - necessariamente - una buona dose di ingenuità nelle scelte musicali qui proposte.

CABALLERO REYNALDO - The Grand Kazoo (2008)



... e alla fine è venuto il momento del GRAND KAZOO!

Dopo 9 volumi che hanno contenuto le più svariate declinazioni organizzate delle note musicali del maestro Zappa, ecco che il sempre sorprendente CABALLERO REYNALDO sforna un disco completamente a proprio nome che lo vede protagonista in una nuova veste di quasi-country man.

A Luis - che personalmente apprezzo per la capacità di saper cercare nella musica degli altri le emozioni che danno nutrimento alla propria creatività - mi lega una sincera stima a distanza e tre fortissime passioni musicali comuni: ZAPPA, CARDIACS e SPLIT ENZ.
Troppo per essere obiettivo nei giudizi? Può darsi, ma la qualità dei lavori fin qui pubblicati (sia come artista solista che come produttore ed artefice principale dell'etichetta indipendente HALL OF FAME) si fanno giudicare da soli e l'unico rammarico che mi resta è che la loro distribuzione troppo poco capillare (affidata solamente al web ... come ogni indipendente contemporaneo, del resto) relega alcuni dischi davvero notevoli nella nicchia delle produzioni europee che non hanno abbastanza voce per essere sentite adeguatamente.
Ciò detto, passo a qualche nota dedicata al contenuto di THE GRAND KAZOO, volume 10 della ormai leggendaria collana UNMATCHED.

01
LUMPY GRAVY THEME (Duodenum)
Tromboni, scacciapensieri e voci fanno da padroni in questa versione country che introduce con grande effetto il tema dello Zappa-Cowboy solitario.

02
PO-JAMA PEOPLE
Primo vero brano della selezione. Cantato in unisono con una voce femminile, il pezzo approfitta di una solidissima base musicale con un brillante pianoforte ed un dobro arpeggiato (almeno sembra) in buona evidenza. Il riff di talk-box finale aggiunge ancora più "funk" alla dimensione che in questo modo comincia già ad ibridarsi. Siamo in una dimensione di country metropolitano, probabilmente stiamo parlando di cowboy in un parco cittadino ... tra le case.

03
THE TORTURE NEVER STOPS
Esilarante versione del disturbato racconto originale degli strumenti di tortura nelle segrete di qualche improbabile umido castello. Qui tutto diventa una serena ballata accompagnata da un banjo ed una armonica. Il testo, proposto dalla voce "ingenua" di MARIETA TAMARIT, diventa parte straniante dell'atmosfera, rendendo efficace il racconto nel suo apparente distacco emotivo.

04
EAT THAT QUESTION
Qui l'arrangiamento è davvero esaltante nel far diventare "una contry song" uno dei temi che uno zappiano vero non può non amare alla follia. Qui fa capolino un elettro-beat inatteso (ma ricordiamoci che stiamo parlando di un cowboy metropolitano) assolutamente efficace nel sostenere le evoluzioni del piano e gli arrangiamenti del tema principale con i tromboni e le voci corali. Fruste e nitriti di cavalli portano il finale verso una apoteosi totale. Emozionante!

05
YOUR MOUTH
Probabilmente il brano che non poteva mancare, data la versione originale di Waka Jawaka ... già country-oriented da solo. Ed in effetti non è così difficile per il Caballero crearne intorno una bluesy song efficace dove fa la sua apparizione anche una bizzarra sezione di "human vocal drumming".

06
DIRTY LOVE
"Rid'em cowboy" è l'inizio di questa stravolta "p-elvisiana" versione dell'invito osceno originale. Bellissimo il grottesco effetto "early-reflection" applicato alla voce che rende l'idea della voce early rock'n'roll old 50's. Finalmente appare anche un altro degli strumenti prìncipi del country, il violino che vaga durante gli spazi senza cantato.

07
I'M SO CUTE
Difficile immaginare l'inclusione di questo brano. Ma la genialità del caballero lo fa capitare come fosse un canto di guerra di una altrettanto metropolitana tribù di pellerossa. Ha Ha!!! Come divertirsi con una musica decontestualizzata! Bisognerebbe imparare da questa capacità di sorridere e rilanciare allegria con la musica d Frank.

08
BIG LEG EMMA
Qui siamo più agli anni post-bellici come atmosfera e sembra una qualche orchestrina di intrattenimento in un circolo di reduci ... vocine femminili armonizzate in pieno stile anni 40 e trombe con sordina in grande spolvero. L'andamento è sempre comunque vagamente country.

09
CATHOLIC GIRLS
Troppo buffa questa versione con vocine angeliche e un simil-fracchia cantante ad intonare le strofe principali prima di lasciare lo spazio ad un singer confidenziale che però si vede a sua volta - e nonostante l'aplombe - demolire la struttura musicale sotto i piedi. Tromboni in grande evidenza nelle armonizzazioni principali ed un piano a sorreggere tutto.

10
ELECTRIC AUNT JEMIMA
Ovvia giga intorno al fuoco con violino, chitarra e banjo. Entusiasmo e spari all'aria per il divertimento del vaccaro metropolitano. Evviva la cottura di fagioli nel parco locale!!! Gnam Gnam.

11
I HAVE BEEN IN YOU
Mandolino, autoharp e fiddle per introdurre una romantica ballata in valzer al cinguettar dei fringuelli. Cantata a due voci dal Caballero e da Marieta.

12
IT JUST MIGHT BE A ONE-SHOT DEAL
Oscura diversione di un altro classico quasi-country all'originale. Ed infatti l'elemento creativo di questa nuova versione è che le armonie vengono sapientemente cambiate in una continua alternanza di atmosfere che risultano coerente i ben coese nonostante le differenti prospettive.
Un bell'esempio di rielaborazione del tutto originale.

13
LOVE OF MY LIFE
I fiati in grande evidenza per questa versione "p-elvisiana". Originale perchè improbabile, e non certo scontata nonostante la semplicità innata della canzone di partenza.

14
MR. GREEN GENES
Nell'essere metropolitano, il cowboy del Caballero ha evidentemente incrociato un pioniere australiano che gli ha prestato il suo didgeridoo per introdurre questo classico della produzione Mothers. Chitarra acustica e rumori di ancestrali danze aborigene smagano l'atmosfera segnata da una voce profonda impegnata più a recitare il testo che non a cantarlo.

15
BOBBY BROWN
Canzoncina con uno scanzonato fischietto melodico a raccontare l'allegra melodia prima di affidare ad una chitarrina ossessivamente vagante tra il canale destro e sinistro dello stereo (sconsigliata per chi soffre di labirintite) un assolo demente. Riprende in chiusura il fischiettino che ci accompagna fino alla conclusione.

16
HARDER THAT YOUR HUSBAND
Un blues up-tempo che proviene da uno dei tanti saloon degli states, impreziosito dai continui ceselli del quasi rag-boogie-piano. Ascoltandolo viene in mente l'iconografia tipica di un certo western cinematografico, sebbene un inatteso colpo di pistola conclusivo pone fine alla carriera del brillante pianista del saloon. Hotcha!

17
WOWIE ZOWIE
Superato lo choc della pronuncia del titolo (bizzarra davvero!) si può meglio apprezzare questa quasi tijuana ballad. Canzonicina piacevole e ben realizzata con i suoni retrò delle chitarre elettriche e le whammy bar.

18
STICK IT OUT
Trainwreck perfettamente riuscito atto prima ad introdurre i membri della band protagonista di questa operazione (bizzaro pensare di sentire una presentazione così esaustiva interrotta da un altro sparo di colt di un evidentemente spazientito cowboy) e che poi si concretizza in una canzoncina con fiddle e tutto il necessaire per danzare intorno ai tavoli.

19
WATERMELON IN EASTER HAY
Ho ho ... la grande sfida con IL BRANO quindi ... una specie di sfida musicale all'OK CORRAL. Ed il fischietto di Luis - aiutato dall'inevitabile scacciapensieri del cowboy solitario - sembra proprio riportare il tutto agli spaghetti western di Sergio. Solo che qui, zappianamente mi sento di poter dire che il titolo potrebbe essere "SU LA TESTA!"

20
JOE'S GARAGE
I cowboy metropolitani raccolcono una radio abbandonata nel parco cittadino vicino al loro accampamento e si sintonizzano su una (non cinque!!!) stazione radio che - prendendo spunto dalla canzoncina del garage più famoso zappiano - insegna a suonare una tipica composizione in stile country. Poi a mo' di "cowboy tubular bells" vengono presentati i singoli solo e gli strumenti all'opera. Simpatico ed imprevisto il travolgente momento di assoli di pianoforte a quattro mani. Inarrivabile la citazione finale ... l'AUGH imperdibile dell'Indiano del gruppo. GENIALE.

Già altrove su questo oscuro antro della rete avevo sostenuto che CHI DI DOVERE dovrebbe SOSTENERE E NON BOICOTTARE chi offre a questa musica l'opportunità di vivere e di cambiare efficacemente pelle costantemente grazie ad un lavoro di elaborazione proprio di chi la AMA. Peccato che invece sembra inevitabile che una supposta "dignità artistica" non debba essere messa MAI in discussione ... nemmeno la dignità artistica di chi per anni ha fatto dell'ironia la prima arma per elaborare in suoi propri tessuti musicali le citazioni incrociate più disparata ad usum della propria arte. Peccato.

Intanto, per iniziare ... magari potrebbe essere una buona - forse ottima - idea cominciare ad acquistare questo volume (e perchè no iniziare ad acquistare anche gli altri!!!) per supportare la creatività applicata alla musica di Frank, maestro di intelligenza e sberleffo culturale.

Bravo Luis!
Hola ... Rid'em Caballero(s)!