Buia testimonianza dell'indipendenza musicale della seconda metà degli anni ottanta europei.
Non è affatto un giudizio negativo, anzi, è solamente la constatazione che, se svincolati da obblighi di posizionamente sul mercato, la grande maggioranza degli artisti che hanno prodotto materiale indipendente in quegli anni ha scelto di descrivere quel particolare momento esistenziale con composizioni decisamente tetre e claustrofobiche, rabbiose concettualmente, ma spesso con un profondo senso di solitudine ed incomunicabilità.
Richard Zijlstra è il musicista che sta dietro al progetto GENETIC FACTOR e la sua proposta musicale si colloca perfettamente al centro di questa dimensione "post-romantica trasandata" di una new wave che sembra non avere abbastanza energia per gridare la propria "differenza" dal resto dello scenario musicale.
Abbandono e solitudine sono gli ingredienti principali di questo lavoro principalmente elettronico.
Non è affatto un giudizio negativo, anzi, è solamente la constatazione che, se svincolati da obblighi di posizionamente sul mercato, la grande maggioranza degli artisti che hanno prodotto materiale indipendente in quegli anni ha scelto di descrivere quel particolare momento esistenziale con composizioni decisamente tetre e claustrofobiche, rabbiose concettualmente, ma spesso con un profondo senso di solitudine ed incomunicabilità.
Richard Zijlstra è il musicista che sta dietro al progetto GENETIC FACTOR e la sua proposta musicale si colloca perfettamente al centro di questa dimensione "post-romantica trasandata" di una new wave che sembra non avere abbastanza energia per gridare la propria "differenza" dal resto dello scenario musicale.
Abbandono e solitudine sono gli ingredienti principali di questo lavoro principalmente elettronico.