E' pur vero che la "naturale ruota" porta a compimento i cicli e rinnova prospettive ed aspettative per una cosìddetta "evoluzione" (almeno così mi hanno insegnato) del flusso cosmico.
Ed è quindi inevitabile che si debba annotare le "nuove perdite" (Ian Carr è solo l'ultimo in ordine di tempo").
Però la scomparsa di questo MAESTRO ignorato di una stagione musicale così intensa come fu quella in ... QUEGLI ANNI (si, gli anni settanta ... perchè?) mi ha fatto considerare che a fare da contrappasso a questa condizione effimera si è presentata - proprio in questi giorni - l'opportunità di squarciare la nebbia del tempo passato con un documento che definire STRAORDINARIO è semplicemente riduttivo.
Mi sto riferendo ad un DVD - da poco pubblicato all'interno di una raccolta antologica monumentale - che propone più di un'ora della preziosa presenza visiva di una band GIGANTESCA ed UNICA nel panorama musicale: HENRY COW.
Ed è quindi inevitabile che si debba annotare le "nuove perdite" (Ian Carr è solo l'ultimo in ordine di tempo").
Però la scomparsa di questo MAESTRO ignorato di una stagione musicale così intensa come fu quella in ... QUEGLI ANNI (si, gli anni settanta ... perchè?) mi ha fatto considerare che a fare da contrappasso a questa condizione effimera si è presentata - proprio in questi giorni - l'opportunità di squarciare la nebbia del tempo passato con un documento che definire STRAORDINARIO è semplicemente riduttivo.
Mi sto riferendo ad un DVD - da poco pubblicato all'interno di una raccolta antologica monumentale - che propone più di un'ora della preziosa presenza visiva di una band GIGANTESCA ed UNICA nel panorama musicale: HENRY COW.
Filmato nel 1976 a Vevey in Svizzera, il dvd (l'UNICO FILMATO PROFESSIONALE ESISTENTE SECONDO GLI STESSI PROTAGONISTI) fin dal suo inizio riporta - CHI C'ERA - a quell'aria di rivoluzione che si respirava in quei giorni ... a quell'ingenua ricerca di linguaggi possibili verso una GIUSTA evoluzione della comunicazione e del VALORE dell'arte.
I musicisti sono collocati su di un prato (nessun palco/simbolo di affermazione della differenza tra arte e pubblico) e sono solo vagamente illuminati da un impianto luci che nemmeno lontanamente può essere paragonato (forse) a quello che almeno cinque anni PRIMA i Floyd avevano utilizzato per la loro celeberrima incursione nel napoletano.
I suoni invece provengono dalla passione ... certo, controllata secondo una prassi ideologica, forse ... ma si sprigionano dalla voglia di nuova comunicazione e nuova visione compositiva.
Era una rivoluzione, ma - forse - non lo sapevamo.
Da quel momento in avanti la vera offensiva del mercato ci ha dato musiche multicolori, divertenti, disimpegnate, allineate con il "ritmo del potere" discografico ... condite di trasmissioni televisive zeppe di video stravaganti e nuove derive creative ... tutte però guidate ad un unico scopo: il controllo.
Invece questi fantasmi (adesso davvero sembrano esserlo sul serio) appoggiati sul manto erboso (quello verde...) invadono anima e corpo con suoni e frasi che non servono a controllare (gli altri), servono solo a far capire (proprio agli altri) che esiste una via differente, una via possibile dove per comunicare gioia non è indispensabile essere sorridenti ... la gioia dell'anima e della volontà di comunicare è meno effimera della risata o della ottusa celebrazione del virtuosismo fine a se stesso.
Era una rivoluzione, ma - forse - non lo avevamo capito.
E quando Dagmar canta rapita:
"Io combatterei contro la situazione che governa il vostro mondo
(contrariamente a quanto avete detto), ma le regole lo impediscono
E così brucio da sola nelle mie stesse idee alimentate da bandiere
fatte di libri e storie di marce unite ... insieme agli eroi ..
allora eravamo la RABBIA ... il FUOCO!
Ma a me è stato riservato un destino differente, relegata altrove.
(...)
Siamo nati per servire la nostra stessa vita sofferta
lavorando ed elaborando parole che generano deboli bugie
metafore sbagliate che ci portano a vivere la nostra condizione
disperata stando sul bilico della paura.
La luce del tramonto ci decompone.
Nei nostri uffici siamo imprigionati nella grande ruota delle città
che benchè densa e vicina manifesta la grande distanza,
disegnata per uccidere qualsiasi possibilità di incontro.
(...)
Ora è il momento di iniziare a muoversi, liberarsi dalla disperazione
dalla oscurità del singolo individuo che è incatenato a delle leggi
di mercato che non puù controllare, nel nome di una libertà che
penzola sulle nostre città come un sinistro simulacro di morte.
Dovremmo distruggere la loro torre di silenzio!
Ora è il momento di determinare la propria direzione, e rifiutare
l'esistenza della regola del destino.
Dovremmo noi creare i nostri eroi, siano essi commercianti, lavoratori,
le nostre vite e la nostra prassi nella storia.
QUESTA NOSTRA SCELTA definisce da sola la verità di tutto ciò che facciamo."
... forse era davvero una rivoluzione, ma temo sia andata perduta.
tutte le immagini sono tratte dal DVD VEVEY 1976 che è parte del cofanetto pubblicato nel 40 anniversario della nascita del gruppo
acquistabile qui - BUY HERE!
I musicisti sono collocati su di un prato (nessun palco/simbolo di affermazione della differenza tra arte e pubblico) e sono solo vagamente illuminati da un impianto luci che nemmeno lontanamente può essere paragonato (forse) a quello che almeno cinque anni PRIMA i Floyd avevano utilizzato per la loro celeberrima incursione nel napoletano.
I suoni invece provengono dalla passione ... certo, controllata secondo una prassi ideologica, forse ... ma si sprigionano dalla voglia di nuova comunicazione e nuova visione compositiva.
Era una rivoluzione, ma - forse - non lo sapevamo.
Da quel momento in avanti la vera offensiva del mercato ci ha dato musiche multicolori, divertenti, disimpegnate, allineate con il "ritmo del potere" discografico ... condite di trasmissioni televisive zeppe di video stravaganti e nuove derive creative ... tutte però guidate ad un unico scopo: il controllo.
Invece questi fantasmi (adesso davvero sembrano esserlo sul serio) appoggiati sul manto erboso (quello verde...) invadono anima e corpo con suoni e frasi che non servono a controllare (gli altri), servono solo a far capire (proprio agli altri) che esiste una via differente, una via possibile dove per comunicare gioia non è indispensabile essere sorridenti ... la gioia dell'anima e della volontà di comunicare è meno effimera della risata o della ottusa celebrazione del virtuosismo fine a se stesso.
Era una rivoluzione, ma - forse - non lo avevamo capito.
E quando Dagmar canta rapita:
"Io combatterei contro la situazione che governa il vostro mondo
(contrariamente a quanto avete detto), ma le regole lo impediscono
E così brucio da sola nelle mie stesse idee alimentate da bandiere
fatte di libri e storie di marce unite ... insieme agli eroi ..
allora eravamo la RABBIA ... il FUOCO!
Ma a me è stato riservato un destino differente, relegata altrove.
(...)
Siamo nati per servire la nostra stessa vita sofferta
lavorando ed elaborando parole che generano deboli bugie
metafore sbagliate che ci portano a vivere la nostra condizione
disperata stando sul bilico della paura.
La luce del tramonto ci decompone.
Nei nostri uffici siamo imprigionati nella grande ruota delle città
che benchè densa e vicina manifesta la grande distanza,
disegnata per uccidere qualsiasi possibilità di incontro.
(...)
Ora è il momento di iniziare a muoversi, liberarsi dalla disperazione
dalla oscurità del singolo individuo che è incatenato a delle leggi
di mercato che non puù controllare, nel nome di una libertà che
penzola sulle nostre città come un sinistro simulacro di morte.
Dovremmo distruggere la loro torre di silenzio!
Ora è il momento di determinare la propria direzione, e rifiutare
l'esistenza della regola del destino.
Dovremmo noi creare i nostri eroi, siano essi commercianti, lavoratori,
le nostre vite e la nostra prassi nella storia.
QUESTA NOSTRA SCELTA definisce da sola la verità di tutto ciò che facciamo."
... forse era davvero una rivoluzione, ma temo sia andata perduta.
tutte le immagini sono tratte dal DVD VEVEY 1976 che è parte del cofanetto pubblicato nel 40 anniversario della nascita del gruppo
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