... che strano effetto ...
Era tanto tempo che non ascoltavo un disco di Roger Waters, o forse era tanto tempo che non mi concentravo sulla sua inconfondibile voce "dylaniata" perché magari distratto dall'ambiente floydiano in cui la trovavo immersa nei miei più recenti ascolti (di cui non sarò naturalmente mai stanco e di cui avrò sempre bisogno in determinati momenti).
Così, quando è arrivata "Deja Vù" (la seconda traccia di questo nuovo album) ho avuto la sensazione di ritrovare un vecchio amico alle prese con "nuove sue cose" da raccontare ed è stata una sensazione confortevole e rassicurante (nonostante fin da subito le sue parole si siano manifestate nella sua cruda realtà e certamente non dirette verso una "qualche luce").
Alla fine dopo tanti anni siamo ancora sempre sul registro claustrofobico, nevrastenico, incazzoso ed isterico che tutti gli appassionati del fluido rosa conoscono (o dovrebbero conoscere) benissimo, ma questa volta sembra essere addirittura più autoindulgente del solito, più cupo e rassegnato di altre volte. La sua chitarra acustica è l'ideale per offrire a tutti noi la sua cupa purezza e gli abbondanti archi in arrangiamento sottolineano e dimostrano che l'uomo è cresciuto anche nella dimensione più "formale" della gestione della musica intorno a lui ... ma allo stesso tempo i disturbi elettronici, i rumori d'ambiente, le voci radiofoniche ed i sussurri non identificati ci riportano inevitabilmente ad una forma "disturbata" di poesia ... la SUA ... incredibilmente SUA e per questo in fondo sento di continuare ad amarlo, per una ostinata e cocciuta coerenza fatta di rabbia e risentimento verso qualcosa/qualcuno di evidentemente irraggiungibile in questa vita ... e non è un caso che la parola "god" sia spesso presente nelle sue liriche.
Non è facile rispondere alla significativa domanda che pone il titolo stesso di quest'album, forse è addirittura impossibile pensare di argomentare a riguardo ... ma preferisco modificare quella domanda trasformandola in "Is this the Roger Waters album we really want?" a cui mi sento di rispondere con uno stentoreo "SI!"