Registrazione ed album live per un John Mayall sempre più indirizzato verso una evidente svolta essenzialmente "rhythm'n'blues".
Accompagnato da un possente quintetto di fiati oltre al classico line-up blues, Mayall davvero abbandona il suo brit-blues per lanciarsi nella più palese manifestazione di "americanizzazione" del suo stile avvenuta durante il suo illuminante soggiorno a Laurel Canyon qualche tempo prima.
Il risultato è eccellente ed è comunque strano che questo album sia sempre stato considerato molto poco importante anche dagli stessi appassionati di Mayall.
Sicuramente non ha il "drive" di altri capolavori più o meno contemporanei (e penso a "Back to the roots" di qualche anno prima ad esempio), ma non è certo un disco di scarsa vena ed è - sebbene con colori differenti - molto più vicino alla compattezza di "Jazz blues fusion" (uno dei migliori suoi live album) di quanto si possa sentire a primo ascolto.
Ne suggerisco un riascolto attento.
Accompagnato da un possente quintetto di fiati oltre al classico line-up blues, Mayall davvero abbandona il suo brit-blues per lanciarsi nella più palese manifestazione di "americanizzazione" del suo stile avvenuta durante il suo illuminante soggiorno a Laurel Canyon qualche tempo prima.
Il risultato è eccellente ed è comunque strano che questo album sia sempre stato considerato molto poco importante anche dagli stessi appassionati di Mayall.
Sicuramente non ha il "drive" di altri capolavori più o meno contemporanei (e penso a "Back to the roots" di qualche anno prima ad esempio), ma non è certo un disco di scarsa vena ed è - sebbene con colori differenti - molto più vicino alla compattezza di "Jazz blues fusion" (uno dei migliori suoi live album) di quanto si possa sentire a primo ascolto.
Ne suggerisco un riascolto attento.
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