... l'uscita numero 65 della Sky Records GmbH raccoglie il lavoro di uno tra i più quotati protagonisti della scena musicale germanica degli anni '60 e '70 ... ovvero quella straordinaria macchina da ritmo chiamata Jaki Liebezeit, vera portante essenziale del suono dei mitici CAN (assieme al basso lunare di Holger Czukay).
Dopo aver realizzato nel 1980 un primo album con questo progetto in compagnia di Rosko Gee (altro collaboratore del progetto CAN), il suono della banda fantasma si evolve verso un'essenzialità quasi minimale vicina allo zeitgeist sonoro di "certa" oscura new wave qui però scevra dell'elemento ritmico meramente elettronico (e del resto con uno come Liebezeit ai tamburi, sarebbe stato davvero sacrilego l'uso di una qualsiasi "drum machine" elettronica.
"Freedom of speech" quindi non nasconde una certa attenzione verso una tendenza popolare fatta di "cassa-in-quattro" ma allo stesso tempo non rinnega il dna krautico ossessivo tipico di quel sistema sonoro spaziando anche volentieri in direzione di un quasi-ambient post psichedelico.
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