lunedì 2 marzo 2009

LUDUS (1978-1984)

LUDUS è stato il progetto artistico che Linda Mulvey e Ian Devine hanno portato avanti a cavallo tra la fine degli anni settanta e l'inizio della decade successiva.

Formati a Manchester grazie al fermento della nuova ondata artistica frutto della devastazione del "tornado PUNK", i LUDUS hanno offerto alla scena musicale inglese dell'epoca un validissimo esempio di grande personalità e spessore artistico (forse anche superiore alle qualità strumentali tecniche proprie dei protagonisti) in grado di gettarsi qualsiasi inibizione musicale alle spalle e procedere con una traiettoria davvero innovativa e di difficile collocazione "di genere".



Io mi ricordo solo che quando ho acquistato in blocco tutti i dischi della band già conoscevo le loro "gesta", ma oltre alla musica ero affascinato dall'attenzione (in realtà TIPICA dell'epoca) per l'elemento visivo, per le grafiche di copertina e per tutto quello che poteva accompagnare con le immagini una musica davvero speciale.




Erano quelli gli anni della nuova consapevolezza che la multimedialità avrebbe potuto recitare un ruolo CONCETTUALMENTE importante nella azione sinergica tra musicale e visuale.
Liberati dalla eccessiva cultura troppo evocativa e "quasi fantasy" delle copertine Progressive (Roger Dean, Hypgnosis) era diventato naturale riappropriarsi del linguaggio visivo attraverso l'uso delle allora nuove tecnologia della comunicazione - quali fax e fotocopiatrici - che fornivano quel che di "indipendente e moderno" da far sentire ogni singolo artista in grado di produrre anche l'elemento descrittivo visuale della propria arte.



E del resto Linda Mulvey, in arte LINDER STERLING, era nata proprio come artista visiva, responsabile di due tra le più conosciute copertine della scena musicale post-punk dei tardi '70: Orgasm Addicted dei Buzzcocks e Real Life dei Magazine. Compagna di Howard Devoto (cantante dei Magazine), Linder ha trovato nella complessa musica di Ian Devine le giuste suggestioni per esprimere la propria attitudine vocale oltrechè semplicemente grafico-artistica.

A proposito della musica, va detto che il sound dei LUDUS è davvero difficile da definire, soprattutto per la quantità di influenze presenti nelle intricate melodie che caratterizzano lo stile della band. A volte verrebbe quasi da chiedersi se la musica contenuta negli album (soprattutto i primi) non sia davvero una sorta di progressive sfrondato da tutti gli orpelli tecnici del passato e riportato ad una essenzialità sonora declinata in maniera evidentemente rapsodica (tipico del prog-rock).

Meno arroganza e più sintesi nelle trame sonore, ma non meno complessità strutturale (ad esempio basta ascoltare un brano da THE VISIT, Lullaby Cheat, per capire esattamente il perchè di quanto appena affermato). E sebbene la voce della stessa Linder non si possa sempre ritenere all'altezza delle complicate tessiture armoniche della musica, l'ingrediente femminile che canta con grande apparente disinvoltura testi al limite della censura conferisce all'intero progetto una certa aura di avanguardia militante che non può non essere considerato.
Dalle intricate song dei primi lavori alle derive free-form jazz di DANGER CAME SMILING, la band ha saputo tracciare un profondo solco nello sterminato panorama dei primi anni '80 inventandosi di fatto una dimensione musicale originalissima e "progressiva" capace addirittura di far intravvedere anche una possibile evoluzione del linguaggio musicale giovanile di allora ... una speranza purtroppo non concretizzata davvero.



Attenzione, non siamo di fronte ad un combo di disperati selfish noise-makers ... tutt'altro, e in questo senso, al pari di esperienze parallele quali quelle dei contemporanei LEMON KITTENS di un'altra coraggiosa donna (Danielle Dax), LUDUS esercita con forza dirompente una esplosiva energia creativa e concettuale rimasta purtroppo solo parallela alla più celebrata e rincorsa rudezza della scena punk dell'epoca.

A distanza di anni, per fortuna, è possibile rielaborare con maggiore dovizia di particolari quel "momentum" artistico e se da una parte è inevitabile incorrere nelle tetre atmosfere della new wave eroino-dipendente e dell'inarrestabile bad behaviour delle punk bands più esagitate, d'altro canto manifestazioni artistiche come quelle offerte da LUDUS permettono di attribuire a quella stagione un valore culturale ben più solido e profondo (che come tale, ovviamente, rimane comunque alla portata solo di chi apprezza la musica come veicolo di cultura e on solo come mero intrattenimento.