lunedì 14 dicembre 2020

FRANK ZAPPA / MOTHERS OF INVENTION - Milano 1974

 











 
 
 
 
 
 
 
... immagino che - per la legge dei grandi numeri - all'epoca qualcuno sarà uscito dal velodromo Vigorelli non soddisfatto del concerto appena visto ... è un'eventualità che specie con lo Zappa mid 70's è abbastanza frequente. 
 
Io non sono certo la persona più adatta a giudicare quella specie di "ortodossia" zappiana che prevedeva la svolta post Mothers un "tradimento" della missione freakoide dell'anarchico Frank ... non ho mai condiviso questo integralismo zapposo ed in questo modo mi sono potuto godere fino in fondo lo straordinario percorso creativo del musicista di Baltimora ... però è davvero incredibile essere insoddisfatti di un concerto la cui scaletta è stata:
01 - Tush Tush Tush
02 - Stinkfoot
03 - Inca Roads
04 - Florentine Pogen
05 - Approximate
(attenzione, versione COMPLETA con il finale dopo la "unbridled buffoonery")
06 - Cosmic Debris
07 - RDNZL
08 - Village Of The Sun
09 - Echidna's Arf (of you)
10 - Penguin On Bondage
11 - T'Mershi Duween
12 - Dog Breath/Uncle Meat
13 - Camarillo Brillo
14 - Pygmy Twylyte
15 - Room Service
 
... gli appassionati di quella fase creativa zappiana allora in piena espansione che hanno potuto assistere a quel concerto ne saranno stati travolti visto il "pieno" di composizioni eccellenti proposte in scaletta e, cancellata definitivamente la vaudeville-era dei Mothers early 70's, quel suono della sua nuova orchestra elettrica era evidentemente al massimo dell'energia disponibile.
 
E sicuramente c'era ben poco spazio anche per la prima dimensione anarcoide dei Mothers originali e posso quindi facilmente immaginare le facce degli zappiani di prima ora (quelli dell'equivoco/zappa) ma non posso non immaginare la mia faccia se fossi stato coraggioso abbastanza da prendere un treno a 15 anni ed andare a vedermi questo incredibile concerto (ma rimane una astrazione mia personale ... un "what if" privato) che ascoltato alla siderale distanza di 46 anni ancora oggi propone una scintillante dimensione musicale, clamorosamente innovativa e senza compromessi ... insomma ... ZAPPA!
 
 

giovedì 15 ottobre 2020

THE ORCHESTRA QUESTION (e non solo)


... eppure c'è più di "qualcosa" che non va 

... mi sto sottoponendo alla "tortura" di questa visione datata 2016 confortato solo dalla presenza della avvenente Sarah "belli capelli" Hicks e le sue graziose movenze a direzione (comporrei sinfonie e sinfonie se solo avessi la certezza di poterle far dirigere da lei ... ma questo è un altro discorso) 

... ogni tanto viene ripresa Diva che sembra "piangere" ma credo sia solo emozione e commozione perchè non credo capisca davvero lo strazio presente in alcuni momenti della performance della musica del babbo (sai le bestemmie che starà trattenendo nel paradiso dei musicisti dove è ormai confinato da troppo tempo) ... esecuzioni sbalestrate da una polifonica che sembra essere una associazione musicale dopolavoristica (vestita con un dress-code apparentemente abbondantemente a cavallo tra una pessima imitazione dello stile "famolo strano" e la voglia di giocare al ridicolo, sponsorizzati da una azienda che produce "cravatte a caso" e fornisce coroncine per i capelli delle più audaci giovani orchestrali, ma non al fagottista calvo costretto ad un penoso "fai-da-te") con un senso del tempo imbarazzante ed una lettura delle partiture al limite dell'incompetenza in molti, troppi, passaggi 

... magari sarà anche contenta la famiglia Zappa nel patrocinare un evento di tale "spessore", ma questo da ancora di più l'idea che qualcosa non funziona nella gestione dell'eredità musicale del signor Frank Zappa ... l'incompetenza la fa da padrona evidentemente e rabbrividisco al pensiero che moltissime altre situazioni molto più curate e meglio realizzatie siano state ferocemente osteggiate burocraticamente se non addirittura boicottate dallo ZFT negli anni scorsi ... probabilmente qualcuno tra i responsabili dell'attività di mantenimento della musica di Zappa avrebbe bisogno di maggiore disciplina 

... che dire dell'imbarazzante quartetto di musicisti in "appoggio" all'orchestra dilettante? ... mi commuove Ian Underwood (perchè sarebbe l'unico degno di presenziare anche solo come simbolo di un'epopea ormai irrimediabilmente destinata a sparire) e allo stesso tempo mi irrita la supponenza di Joe Travers ed il solito "basso-bullismo" di Scott Thunes ... inconcepibile davvero in un simile contesto rigorosamente musicale ... veri e propri "cowboy orchestrali" ... unico momento di soddisfazione sincera (per me ovviamente) la non distruttiva versione della suite di 200 MOTELS (con molte "stanze ancora raramente eseguite pubblicamente") ... l'orchestra qui parzialmente si riabilita (e non è necessariamente vero che le partiture del 1971 sono più semplici di quelle più recenti) perchè Sarah "belli capelli" Hicks (dopo l'ennesimo cambio abito ... tre di stile ed uno di merchandising puro e semplice) li tiene in pugno con grande personalità (probabilmente a questa parte del programma sono state dedicate molte più prove ... e forse l'assenza degli "ospiti" ha permesso una maggiore concentrazione generale ... magari fosse stato tutto almeno di questo livello!!!) ... delle tante ridicole "gag-zappiane" inserite "a forza" in questo contesto davvero surreale la più toccante (e foriera di significati di mala profezia) è la sigaretta finale di un trombettista di fila ... forse l'unica malinconica vera "ispirazione" della serata, con il suo davvero originale tributo a Zappa 

... finalissimo con una "Peaches en regalia", straziante nelle tante, troppe - note fuori posto tra cui vince per distacco il "piccolo" al minuto secondo 1:15:27 ... con buona pace del Maestro che forse si era appena appena ripreso dalla tragedia della prima parte ... argh ... naturalmente per questo gran (guignol) finale sono tornati i leggendari ospiti e tra i quali emerge nella sua tarda età l'uomo che DAVVERO aveva contribuito con le sue tastiere e la sua disciplina per la musica del suo capo ufficio alla leggenda di "Peaches" ... l'unico monumento presente alla serata ... peraltro quasi mai inquadrato dalla ignorante e trascurabile regia televisiva dell'evento 

... ultime battute riservata alla patetica trovata della consegna dei fiori agli ospiti e all'inguardabile piagnisteo della povera Diva (che inizia il suo lamento catartico con un imbarazzante "a mia madre sarebbe piaciuto tutto ciò" - a MIA MADRE ??? !!!!!!) che forse non ha ben compreso ancora che il "peso" di quell'eredità dovrebbe essere affidato a chi ha spalle forti e non solo un cognome "familiare" (quando esso stesso non messo in discussione da solerti avvocati rampanti) ...

domenica 12 luglio 2020

2020 - BERT JANSCH - Live in Italy 1978


BERT JANSCH - Live in Italy
(Earth Records RSD 2020)





































Era il 1978 ed era fortunatamente una stagione di concerti in parziale ripresa dopo l'ostracismo internazionale a cui era stato condannato il pubblico italiano dopo le ben note intemperanze occorse in varie occasioni (memorabile il concerto di Lou Reed a Bologna nel 1973).
Nella ancora sonnacchiosa terraferma veneziana di fine anni settanta il Cinema Teatro Corso era tra i pochi veri baluardi della musica proposta dal vivo (assieme naturalmente al leggendario Cinema di Viale San Marco).

Capitò quindi che nella primavera inoltrata del 1978 la Barley Music aveva organizzato un concerto/evento per promuovere l'ultimo disco di Bert Jansch disponibile al momento sul mercato italiano (A Rare Conundrum).

In realtà Bert Jansch, dopo quello che sarebbe stato definito il suo "periodo americano", era di fatto alla ricerca di una nuova dimensione creativa che aveva già concretizzato nei primi mesi del 1978 registrando con Martin Jenkins e pubblicando in tiratura limitata per una piccola casa discografica danese (Exlibris) un nuovo album intitolato "Avocet".

Bert Jansch & Martin Jenkins - Avocet
(Exlibris records 1978) 
Di questo disco non c'erano tracce in Europa data la limitata quantità prodotta e l'inevitabilmente scarsa possibilità di distribuzione della piccola etichetta danese.

La serata del Teatro Corso era una specie di "night of the guitars" in versione rigorosamente acustica che vedeva sullo stesso palco appunto l'ex Pentangle Bert Jansch ed il suo preziosissimo collaboratore dell'epoca Martin Jenkins oltre a due opening acts proposti - nell'ordine - dal Liverpooliano Sam Mitchell (eccellente dobro-ista di Mississippi blues dal passato interessante con collaborazioni importanti al fianco di personaggi quali Kevin Ayers, Carol Grimes e - sorprendemente - Rod Stewart) e da Leo Wijnkamp Jr (straordinario "triplocrociato" talento olandese della chitarra rag a 12 corde).

il programma della serata (I)
Le due "spalle" appena citate facevano parte del rooster della Kicking Mule Records (una assoluta garanzia di qualità per gli appassionati della musica acustica) e quindi in "concept" della serata era davvero interessante e degno di essere considerato un "ghiotto" appuntamento sicuramente appagante.
Ed in effetti così è stato e ricordo di aver vissuto intensamente ogni singola nota di Leo Wijnkamp, Sam Mitchell ed ogni singola nota ed espressione di un oscuro  Bert (compresa la sua battaglia - ben presto perduta - con il suo guitar capo)

il programma della serata (II)

Ma la storia del "ritrovamento" (e della successiva pubblicazione) di questa testimonianza mestrina è piuttosto bizzarra per diversi motivi.

In primis ... la fortuna ha voluto che una emittente locale (ma non ricordo quale) avesse ottenuto il privilegio di registrare direttamente dal mixer il concerto (cosa non proprio rarissima in quei giorni, vista la fervente attività promozionale delle emittenti indipendenti di allora - ultimo esempio di resistenza culturale legata alla musica di cui ben presto si sarebbero perse le tracce, con i suoni riportati al "ritmo del potere discografico commerciale".

Altro fattore essenziale per l'esistenza di questo documento è stato il contributo del mio grande amico Vittorio che, con sapiente diplomazia, è riuscito a convincere "chi di dovere" a fargli una copia del nastro originale (che quindi esiste ancora - forse - da qualche parte).
La sua gentilezza è stata ulteriormente  impreziosita dalla disponibilità di farmene una eccellente copia direttamente dal master originale stesso.

i preziosi documenti presenti in archivio
Sfortunatamente le nostre vite hanno preso strade diverse e ci siamo persi di vista, ma il mio spiccato senso d'archivio mi ha spinto a conservare per tutti questi anni con gelosa cura quel prezioso (per me) documento assieme al foglio di sala in presentazione della serata.

Ricordo solo che poco tempo dopo quel concerto io stesso ho fatto copia del nastro a favore del mio amico (e compagno di innumerevoli avventure musicali) Alessandro Monti che ne ha fatto evidente tesoro.

Per delle fortuite circostanze solo qualche mese fa Alessandro è entrato in contatto con la "Earth records" e con Adam Jansch (figlio di Bert) che evidentemente dopo aver saputo dell'esistenza di una testimonianza così particolare del lavoro del padre gli ha proposto di "contribuire" alla causa dell'archivio storico della famiglia.
Alessandro ha accettato preparando con cura il materiale per la pubblicazione, collaborando con la produzione per i dettagli ed alcune ricerche storiche.
Purtroppo, essendosi basato sul nastro originale di Vittorio (datato erroneamente 1977) Alessandro è stato tratto in inganno nel datare il concerto (e del resto anche la mia memoria era ormai abituata a considerarlo come uno dei miei concerti preferiti del 1977).



Quando di sorpresa Alessandro mi ha fatto avere copia della riedizione di "Avocet" (che comprendeva due brani bonus tratti da quella registrazione che rappresentavano a loro volta l'anteprima per la pubblicazione dell'intero "Live in Italy" prevista nel 2020 in occasione del RSD ... purtroppo perduto causa Covid19) sono rimasto piacevolmente stupito non solo per  l'inaspettato regalo, ma anche perchè in questo modo il mio lavoro di "archivista" aveva offerto - ancora una volta dopo King Crimson e Gentle Giant -  un ulteriore contributo alla musica che ho amato (e amo) da sempre.

i "credits" (accurati o meno che siano)




Evviva!!!