Quando la macchina si mette in moto, magari con un assetto decisamente "sportivo" i risultati sono davvero formidabili.
E'il 4 febbraio del 1970 quando la macchina morbida invade il salone delle fiere di Croydon. il gruppo non è più lo stesso dell'ultima fatica discografica pubblicata l'anno prima) ma vede al suo interno anche due fiatisti della nuova generazione di jazzisti d'albione quali Elton Dean e Lyn Dobson (il primo proseguirà ancora per molti anni l'esperienza nella band, con il secondo - già memorabile componente della band di Manfred Mann - il tutto si rivelerà essenzialmente una valida collaborazione artistica).
Il concerto di quella serata di febbraio dovrà attendere trent'anni per essere completamente documentato su Compact Disc (a parte un frammento della composizione "Facelift" proposto nel terzo album ufficiale del gruppo ed una quantità infinita di dischi clandestini a riguardo).
Nonostante questo incredibile lasso di tempo trascorso, il materiale proposto risulta ancora oggi assolutamente innovativo e coraggioso per l'epoca e sebbene venga posta con maggiore inequivocabile certezza l'intenzione dei muscisti coinvolti di dirigersi verso una forma di jazz elettrico sempre più potenzialmente "intro-contro-verso", la qualità della musica prodotta ha davvero dell'incredibile considerati i tempi.
In grande spolvero è la sezione ritmica (Wyatt e Hopper) come straordinario è il lavoro (sempre troppo spesso ingiustamente dimenticato) di Ratledge alle tastiere, mentre ai due fiati è "semplicemente" affidato il compito di aggiungere l'elemento più "jazzato" nel suono e nell'attitudine all'improvvisazione.
Un ascolto che prevede sicuramente attenzione e concentrazione, ma in cambio offre ancora una grande soddisfazione estetica musicale.
E'il 4 febbraio del 1970 quando la macchina morbida invade il salone delle fiere di Croydon. il gruppo non è più lo stesso dell'ultima fatica discografica pubblicata l'anno prima) ma vede al suo interno anche due fiatisti della nuova generazione di jazzisti d'albione quali Elton Dean e Lyn Dobson (il primo proseguirà ancora per molti anni l'esperienza nella band, con il secondo - già memorabile componente della band di Manfred Mann - il tutto si rivelerà essenzialmente una valida collaborazione artistica).
Il concerto di quella serata di febbraio dovrà attendere trent'anni per essere completamente documentato su Compact Disc (a parte un frammento della composizione "Facelift" proposto nel terzo album ufficiale del gruppo ed una quantità infinita di dischi clandestini a riguardo).
Nonostante questo incredibile lasso di tempo trascorso, il materiale proposto risulta ancora oggi assolutamente innovativo e coraggioso per l'epoca e sebbene venga posta con maggiore inequivocabile certezza l'intenzione dei muscisti coinvolti di dirigersi verso una forma di jazz elettrico sempre più potenzialmente "intro-contro-verso", la qualità della musica prodotta ha davvero dell'incredibile considerati i tempi.
In grande spolvero è la sezione ritmica (Wyatt e Hopper) come straordinario è il lavoro (sempre troppo spesso ingiustamente dimenticato) di Ratledge alle tastiere, mentre ai due fiati è "semplicemente" affidato il compito di aggiungere l'elemento più "jazzato" nel suono e nell'attitudine all'improvvisazione.
Un ascolto che prevede sicuramente attenzione e concentrazione, ma in cambio offre ancora una grande soddisfazione estetica musicale.
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