martedì 13 ottobre 2009

VAN DER GRAAF GENERATOR - Godbluff (1975)



(Lo considerai una specie di "miracolo" all'epoca ... il generatore aveva inaspettatamente ripreso a produrre quell'energia di cui avevo così bisogno)

GODBLUFF è uno di quei dischi che chi ama i VDGG fa fatica a dimenticare indipendentemente dalla qualità intrinseca (a mio avviso notevole) del lavoro stesso.

GODBLUFF è infatti costituito da 4 lunghi brani oscuri, crudi, a volte violenti e a volte suadenti, disperati, gridati ed accerchiati dal solito buio caos dei sassofoni multipli e distorti di Jackson, dal drumming essenziale di Evans e dalle eccellenti tastiere visionarie di Banton.

Ma su tutti, ancora una volta QUELLA VOCE che grida la rassegnazione di "Undercover man", la profezia apocalittica di "Scorched earth", la cruda consapevolezza di "Arrow" e l'onirica "The Sleepwalkers".
Certo, può non piacere il modo clamorosamente drammatico con cui Peter Hammill propone le sue interpretazioni vocali, ma non può non essere evidente la straordinaria efficacia con cui racconta l'angoscia e le inquietudini del suo tempo.

E' stato il disco della (purtroppo breve) prima rinascita della band di Peter Hammill con David Jackson, Hugh Banton & Guy Evans, ma non per questo è stato un semplice (secondo) inizio, dal momento che la matura personalità compositiva presentata in questo album è semplicemente devastante ... proprio nell'accezione che ha reso UNICI i Van Der Graaf Generator nel panorama internazionale di quegli anni.

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