Eccellente (quasi) debutto discografico per una delle voci nere più clamorose della seconda metà del '900.
Accompagnato dalle prezione orchestrazioni di Oliver "stolen moments" Nelson e da una interessante congrega di musicisti decisamente interessanti (tra i quali figura un giovane Billy Cobham alla batteria) Thomas concentra la sua abilità nell'interpretazione vocale dei brani proposti con quella sua formula "spiritual jazz" che ne ha contraddistinto l'intera carriera.
In questo disco c'è anche la possibilità di apprezzarne le doti come flautista e si nota come il suo modo di suonare quello strumento non sia poi così dissimile dalla maniera in cui usa i vibrati e la sua inconfondibile tecnica dello yodle quasi in diplofonia.
Tra i brani presenti in questa raccolta meritano una particolare segnalazione "Um um um" e la sua la travolgente tribalità oltre che la straordinaria e lunga "Pharoah's dance (aka The Journey)".
Accompagnato dalle prezione orchestrazioni di Oliver "stolen moments" Nelson e da una interessante congrega di musicisti decisamente interessanti (tra i quali figura un giovane Billy Cobham alla batteria) Thomas concentra la sua abilità nell'interpretazione vocale dei brani proposti con quella sua formula "spiritual jazz" che ne ha contraddistinto l'intera carriera.
In questo disco c'è anche la possibilità di apprezzarne le doti come flautista e si nota come il suo modo di suonare quello strumento non sia poi così dissimile dalla maniera in cui usa i vibrati e la sua inconfondibile tecnica dello yodle quasi in diplofonia.
Tra i brani presenti in questa raccolta meritano una particolare segnalazione "Um um um" e la sua la travolgente tribalità oltre che la straordinaria e lunga "Pharoah's dance (aka The Journey)".
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