... meno 7 alla fine ... e si sente.
Non che la corte sonora sia particolarmente appesantita o dismessa, ma l'impressione all'ascolto è quella della consapevolezza definitiva (soprattutto dei musicisti coinvolti) che ... "è stato bello, ma ora anche basta!".
E così concerti di quest'ultima stagione cremisi (quella "pandemica", per intenderci) non sono più come quelli dei tour precedenti ... e questo traspare sia nel bene che nel male ... ovvero ... al repertorio proposto sono state aggiunte delle interessanti sfumature interpretative non sempre presenti nelle performances degli anni precedenti, ma allo stesso tempo la scelta dei brani da suonare è decisamente meno avventurosa e concede molto poco alle inaspettate potenziali nostalgie del pubblico di anni orsono (per capirci la "Lizard Suite" è sparita completamente dalle setlist e con essa alcune delle proposte più propriamente "di omaggio" alla grandissima carriera cinquantennale del combo).
Sono praticamente tornate nell'oblio live anche pagine straordinarie early '70s come "Cirkus", "The Letter", "Sailor's tale" e "Easy Money" ma rimangono alcuni "grandi classici", ormai ineludibili emozioni da rinnovare a beneficio delle platee planetarie ("Red", "Schizoid man" (ma NON sempre!), "In the court", "Epitaph", "Larks' tongues in aspic", "Pictures of a city", "Islands" e "Starless"), ed alcuni brani che via via si sono meglio adattati al "pensiero sonoro" di questa formazione (tipo "Moonchild", "One more red nightmare", "Level five" e la sempre spettacolare "Indiscipline"). Sorprendentemente viene riservato molto meno spazio alle evoluzioni dei tre batteristi in prima linea (ma questo può anche essere giustificato dalla necessità di ridurre al minimo il tempo di permanenza sul palco del gruppo su specifica richiesta dei promoter e delle organizzazioni locali).
L'unica VERA novità ascoltabile qui in "full glory" (ed eseguita ben "due volte e mezzo") è la nuova versione di "Peace - An End" riarrangiata con l'ausilio di nuove parti di pianoforte e tastiere ad integrare le precedenti versioni "essenziali ed asciutte" per sola chitarra e voce di Jakko.
Alla resa dei conti, dopo poco più di due ore di concerto, l'unica riflessione possibile rimane sempre la stessa ... non importa di quanto "generosa" sia stata la singola performance, ma importa invece essere riusciti a testimoniare con la propria presenza quell'evento straordinario che nei passati cinquant'anni è sempre stato un concerto dei King Crimson (quando possibile) ... e dato che probabilmente non ce ne saranno più, sarà meglio ricordarselo sempre!
Peccato per chi non c'era.
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