La musica elettronica europea ha da tempo trovato una sua via commerciale grazie allo straordinario movimento elettro-pop che – a partire dagli anni ottanta – ha saputo attirare intorno ad una suono tecnologico, semplice ed accattivante una sempre più ampia fascia di appassionati ascoltatori ed entusiasti.
Il panorama della proposta commerciale si è visto poi nel tempo ulteriormente declinato in mille e mille differenti correnti più o meno creative e propositive (e a queste pseudo sotto categorie appartiene anche la tanto famigerata e spesso vituperata “italo-disco”) che hanno dato vita a loro volta a veri e propri fenomeni musicali sicuramente destinati a bruciarsi sul mercato in pochi mesi, ma che in alcuni casi hanno anche saputo consolidare la propria notorietà ed elaborare un interessante percorso creativo duraturo ed in continua evoluzione.
Faithless nasce nel 1995 in Gran Bretagna grazie all’incontro tra “operatori” del settore – non necessariamente dei veri e propri musicisti quindi – quali i Djs Maxi Jazz e Rollo e la cantante Sister Bliss (ex bambina prodigio capace di suonare violino e pianoforte già all’eta di cinque anni … ma diventata nel frattempo Dj) nella tipica situazione trendy underground della sempre cangiante scena musicale dell’entertainment d’oltremanica. Assumendo suggestioni provenienti da miriadi di produzioni musicali (dal soul al rock al progressive al rhythm’n’blues) da tempo metabolizzate e sapientemente utilizzate professionalmente, il trio rimescola le carte per proporre un melange sonoro che raccoglie in sé stesso easy listening, avanguardia, effettistica straniante e tessuti umoristici conditi da ritmiche accattivanti e – particolare non di poco conto - non sempre eccessivamente (e spesso ottusamente) aggressive. La cura e la raffinatezza con cui Faithless quindi crea il proprio “sound” diventa un personalissimo marchio di fabbrica che, considerata la quantità di ingredienti altrui utilizzati, rappresenta un eccellente punto d’arrivo per il genere. Dopo diversi album di discreto successo, iniziano anche le collaborazioni a più alto livello, che prevedono la partecipazione di alcuni ospiti illustri (più o meno trendy nel mercato commerciale) in alcune nuove canzoni.
E’ il caso di Dido, Robert Smith, Cat Power, Harry Collier ed altri che proprio in quello che risulta l’album più riuscito del progetto, ovvero il quinto “To all new arrival” – pubblicato nel 2006 – propongono la loro partecipazione aggiungendo le loro caratteristiche voci alle elaborate e sempre più intelligenti tessiture elettroniche del gruppo. Collocati spesso nella categoria del Trip-Hop britannico nell’evolversi della loro carriera, Faithless ha però saputo distinguersi dalle figure storiche (Tricky, Massive Attack, Portishead) che qualche anno prima avevano di fatto inventato ex-novo quel suono. Con una straordinaria tournèe durante il 2007 il gruppo ha consolidato il successo di pubblico ottenuto in patria nonostante il dato di vendita dell’ultimo album li abbia invece visti “fermarsi” al terzo posto della classifica britannica (ma si sa che in questi ultimi anni, a seguito della tecnologia e della svolta della diffusione della musica online, la vendita del supporto prodotto di fatto non rappresenta più una credibile fonte di verifica del successo o dell’insuccesso di un progetto musicale).
La straordinaria capacità evocativa della musica di Faithless ha anche generato una serie di produzioni video non ufficiali e paralelle in cui sconosciuti fans da tutto il mondo si sono cimentati nell’editing creativo di immagini al suono travolgente di alcuni tra i brani più famosi del gruppo. Anche altre realtà che operano nel campo del video marketing promozionale hanno “approfittato” della vivace brillantezza della musica di Faithless per realizzare a loro volta piccoli capolavori di moderna video-arte.
La inevitabile successiva capillare indipendente diffusione online di tutto questo materiale ha poi portato alla band inglese un ulteriore elemento di popolarità che ha attirato l’attenzione sempre maggiore di nuovi appassionati.
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