C'è una cosa che personalmente apprezzo tantissimo, la passione sincera per una musica che sfocia nella convinzione di dover contribuire per quanto possibile alla sua stessa diffusione in tutte le possibili elaborazioni e derive, in modo da ricordarne per sempre l'esistenza e l'importanza culturale. Non finirò mai di apprezzare quindi il labour of love che la spagnola Hall Of Fame sta portando avanti da anni con la preziosa collana UNMATCHED (giunta con questa uscita al suo undicesimo capitolo). Il principale merito di questa operazione in continuo divenire (nonostante alcune pressioni ed inviti a sospendere di fatto l'avventura) è di permettere contemporaneamente alla musica di Zappa una sempre cangiante veste interpretativa e a molti musicisti esordienti di farsi valere a livello internazionale dimostrando abilità, creatività, intelligenza ed ironia applicata a materiale musicale di differente livello di complessità e passione. Progetti come questi, anzichè essere ingiustamente osteggiati nel nome di improbabili violazioni di "diritti" sbandierati come inattaccabili, dovrebbero al contrario essere finanziati e promossi proprio da chi quella musica (originale) la tiene in cantina ... spesso a marcire in attesa del BigOne (avete mai sentito parlare della eterna storia del ROXY & ELSEWHERE Dvd?).
Protagonista assoluto di questo undicesimo volume di Unmatched è il gruppo FILTHY HABITS ENSEMBLE Echidna's arf (of you)
Eccellente inizio per una altrettanto eccellente riproposizione di uno dei temi più cari agli zappiani mid-70's. I fiati - vista la formazione stessa - rappresentano il punto focale della scelta di arrangiamento, ma l'intero lavoro di orchestrazione risulta molto accurato e davvero ben organizzato
02
Don't you ever wash that thing?
Stesso discorso per la tradizionalmente successiva esplosiva coda resa celebre da ROXY & ELSEWHERE. Grazie al certosino lavoro portato avanti dal Filthy Habits Ensemble in questa occasione è possibile apprezzare con maggiore precisione il concatenarsi dei temi e delle singole voci degli strumenti via via coinvolti. Una ottima opportunità per apprezzare il geniale lavoro compositivo e di arrangiamento del Maestro (e per levarsi tanto di cappello per l'operazione messa in atto da questo gruppo di musicisti iberici.
03
Little umbrellas
Intelligente e delicata rielaborazione di uno dei temi più "preziosi" dell'immortale HOT RATS. Qualche volta, ai più frettolosi zappamaniaci, sfugge la delicatezza insita nell'esposizione dello spigoloso tema di questa composizione, forse perchè catturati dal fluido drumming originale del compianto John Guerin e dal basso accattivante di Max Bennett (accoppiata sonora riproposta in modo assolutamente geniale dai dEUS al loro debutto discografico in "Worst Case Scenario"). Eppure proprio nello stesso andamento angolare del tema di Little Umbrellas si nasconde gran parte dell'intelligenza e della innovativa spinta melodica del giovane Zappa ... e bene hanno fatto questi nuovi protagonisti della reinterpretazione zappiana a riproporla con tanta delicata cura e passione.
04
Big Swifty
La routine di WAKA JAWAKA prende elegante forma in questa ennesima riproposizione con la ordinata e composta tessitura armonico ritmica dell'Ensemble che per l'occasione sfoggia anche una notevole sensibilità interpretativa nelle parti soliste. Interessante anche il lavoro di "disturbo sonico" messo in atto dall'altrove eccellente tastierista "guantata" Jo Miramontes ed il suo synth, impegnata a ridisegnare traiettorie noise durante tutta la sezione "free". Pregevole anche il lavoro di contrappunto dell'intera sezione fiati durante il bell'assolo di tromba di Guillermo Calliero. Ordinato ed intelligente il finale nella sua esposizione orchestrale.
05
King Kong Variations
Sette variazioni per la "monster track" zappiana per eccellenza. Sembrerebbe ovvio che, data l'evidente somiglianza strutturale del gruppo la nostalgia per la band del 1988 sia alla base di questa operazione rielaborata dal Filthy Habits Ensemble e quindi le modalità di arrangiamenti ed il "mood" generale delle evoluzioni durante le sette fatiche dedicate al primate zappiano più famoso debbano essere per forza riconducibili all'ultima Best Band. Invece, con sorprendente personalità questi (almeno a me) sconosciuti giovani musicisti spagnoli reinventano completamente quello stesso suono, pur con le stesse audiocromie. Una ennesima dimostrazione di intelligenza e allo stesso tempo del valore istruttivo che le immortali pagine zappiane offrono a musicisti altrettanto intelligenti e desiderosi di crescere e sviluppare il proprio linguaggio ... per citare "parallelamente" il maestro (per l'ennesima volta) questi sono davvero "results of a higher education". Complimenti!
06
Filthy Habits
Registrato dal vivo a Barcellona (come i restanti brani successivi di questo Cd) conferma la qualità dei singoli musicisti (tutti davvero molto molto bravi) e l'accortezza gestione degli arrangiamenti d'insieme. Dopo un oscuro ma efficace drone introduttivo, la band sviluppa con discreta originalità il tema di base di questo classico introverso e cupo capitolo zappiano (si arrischiano anche a cambiare leggermente l'armonia della frase base ... una scelta coraggiosa) che introduce la sequenza di inevitabili assoli dei vari strumenti a fiato. Ma essendo una dimensione live è ancor più apprezzabile la capacità di coinvolgimento emotivo dei singoli musicisti nelle evoluzioni soliste (Liba Villavechia al sax soprano e l'inquietante baritono di Don Malfon sono ottimi esempi di virtuosismo applicato).
07
Dupree's paradise/Mr. Green Genes
Vigorosa versione (solo con qualche leggerissima sbavatura) di questo altro classico mid-70 dei Mothers. Essenzialmente come per il precedente il concetto di tema-solo-tema è la chiave di lettura per questo ulteriore veicolo per soli ed improvvisazione (qui è ancora l'eccellente tromba di Guillermo Calliero ed il tenore di Liba Villavecchia a prendersi il carico di acrobatiche evoluzioni anche noise (sempre comunque molto opportune e misurate). L'intero ensemble gioca a creare un magma sonoro pulsante diretto in maniera ineccepibile da tale El Pricto (sassofonista e clarinettista responsabile dell'intero progetto). Senza soluzione di continuità, ma con grande gusto, il brano si dissolve nel classico Mr Green Genes.
08
Duke of prunes
Una citazione inattesa del tema di New Brown Clouds apre l'ultimo prezioso contributo presente in questa raccolta ed introduce l'esposizione (anche questa molto vigorosa ed energetica) dell'inconfondibile leggendario ed adamantino tema zappiano (complimenti al basso di Sebi Suarez!). A seguire il doveroso spazio per la chitarra di tale Director Wilkins che nell'arco dell'intero lavoro dimostra quanto si possa essere intelligenti nel suonare LO STRUMENTO del maestro senza comunque MAI cercare (spesso goffamente) di emularne stile ed attitudine, bravo!
In conclusione un disco DA AVERE anche per smentire coloro che credono (onestamente, a volte con un buon margine di ragione) che il riproporre per l'ennesima volta delle composizioni zappiane sia solo una operazione sterile ed inutile.
Ancora GRANDI COMPLIMENTI a Luis Gonzales per averci regalato una preziosa incursione trasversale nell'universo sonoro della nostra comune passione artistica.
In conclusione un disco DA AVERE anche per smentire coloro che credono (onestamente, a volte con un buon margine di ragione) che il riproporre per l'ennesima volta delle composizioni zappiane sia solo una operazione sterile ed inutile.
Ancora GRANDI COMPLIMENTI a Luis Gonzales per averci regalato una preziosa incursione trasversale nell'universo sonoro della nostra comune passione artistica.
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