Per documentarsi correttamente sulla carriera di un musicista così particolare quale è stato FRANK ZAPPA spesso diventano importanti e significativi alcuni tasselli audio raccolti in modo clandestino secondo una pratica comune dall'invenzione del registratore a cassette portatile.
Per alcune situazioni infatti, le uscite ufficiali non sono esaustive e non rendono appieno il "momentum" a cui - anche solo vagamente - esse si riferiscono.
Nello specifico, non basta la variopinta e bizarra copertina dell'album THE MAN FROM UTOPIA per raccontarci davvero l'incredibile atmosfera che si respirava la sera di quel 6 luglio del 1982 fuori Milano all'area del Parco Redecesio, attrezzata per ospitare il concerto della band di Zappa. Non bastano nemmeno i resoconti più o meno verosimili e verificabili degli spettatori presenti allo spettacolo perchè talvolta le memorie tendono ad enfatizzare momenti magari realmente poco significativi per lo svolgimento degli eventi stessi.
In soccorso quindi risultano opportune ed utilissime le tanto vituperate regitrazioni "pirata" che hanno in questo caso il merito di restituire con assoluta ed impietosa verità (in una sorta di casuale Frippiano "audio-verité") le dinamiche realmente occorse.
Zappa è reduce dalla brutta serata vissuta pochi giorni prima in Svizzera (1 luglio - Ginevra - La Patinoire des Vernets) dove era stato costretto a sospendere il concerto dopo solo 45 minuti a causa delle intemperanze del pubblico locale (?) evidentemente più impegnato in una gara di "tiro al musicista" con oggetti di varia natura e foggia (questo è effettivamente - ma parzialmente - documentato nel secondo disco di YCDTOSA vol.5) che non interessato alla musica proposta.
A Milano la scena è certamente diversa. Alcune date nel frattempo sono andate relativamente bene, o meglio, sono state portate avanti senza particolari problemi ma evidentemente la tranche finale del tour '82 è destinata a riservare altre spiacevoli sorprese al gruppo ... soprattutto in Italia.
Quella sera quindi il concerto inizia con una ispiratissima "Zoot allures", con un solo zappiano di apertura (nel solito momento strategico utilizzato per ottimizzare il bilanciamento dei suoni sul palco e fuori) che sembra presagire una serata in grande spolvero. Anche le presentazioni del gruppo sembrano essere all'insegna del divertimento e Frank (che ironizza pesantemente sulla quantità di zanzare presenti sul palco ... "welcome to the mosquito heaven!") trova anche il tempo per segnalare la presenza di alcuni amici venuti da Portofino ai quali anticipa che suonerà dei brani espressamente per loro. Ma nonostante tutto sembri filare liscio passano solamente poco più di 10 secondi dall'inizio di "You are what you is" perchè si manifesti il primo sintomo del disagio incombente.
Frank infatti interrompe a quel punto bruscamente la band e si rivolge al pubblico delle prime file prima in inglese ...
... DON'T THROW THINGS ON THE STAGE! ... call here the guy and tell them in italian please ... IF YOU THROW THINGS ON THE STAGE, PLEASE, THE MUSIC WILL STOP! ... DON'T THROW THINGS ON THE STAGE!
poi con il tipico italiano a stelle e strisce ...
... CAPITO? ... SEDUTI PER FAVORE!
In realtà immediatamente sotto al palco un gruppo di ragazzi era sostanzialmente più preoccupato di "farsi" che non della musica in sè e non doveva certo essere un gran bel vedere dal palco. Ma considerato poi soprattutto che una volta usate le siringhe ipodermiche per la dose, le stesse venivano criminalmente lanciate verso i muscisti sul palco ... la cosa assumeva anche degli aspetti discretamente critici e preoccupanti per l'incolumità dei protagonisti del concerto.
Per non appensantire ulteriormente la situazione comunque Zappa riprende a far viaggiare la macchina musicale cercando con questa mossa di ridare la giusta dimensione e priorità alla presenza della musica (e che musica!) sul palco.
"Mudd club" e "The meek shall inherit nothing" sembrano funzionare ma è solo un'impressione, ancora una volta Frank è costretto ad interrompere la band e riprendere nuovamente l'indisciplinato pubblico delle prime file ...
... YOU SEE THIS BOTTLE HERE? ... DON'T THROW THINGS ON THE STAGE! ... SEDUTI PER FAVORE! ... GO BACK! ... IF YOU ... ... IF YOU MOVE BACK THEY CAN SIT DOWN! ... I KNOW ... BUT IF YOU MOVE BACK THEY CAN SEE! ... MOVE BACK! ... GO BACK ... THERE MOVE BACK! ... OK I'M GONNA TELL YOU IN ENGLISH, ALLRIGHT? ... LISTEN TO THIS ... ... YOU WILL BE HERE FOR TWO HOURS! ... DON'T STAND UP, YOUR LEGS WILL GET TIRED! OK? ... NO NO ... JUST BE CONFORTABLE ... IF YOU MOVE BACK YOU CAN LEAVE SPACE AND STILL CAN SEE! ... UNDERSTAND? IF THEY CAN MOVE BACK! ... NO, RELAX, DON'T STAND UP ... ... STAND UP AT THE END OF THE SHOW!
detto questo ordina al gruppo di riprendere a suonare dal bridge di "Meek", ma l'atmosfera ormai non è più la stessa ed è essenzialmente la professionaltà dei musicisti che permette allo spettacolo di proseguire nonostante l'evidente inciviltà di pochi spettatori abbia ormai demotivato tutti.
"Joe's garage", "Why does it hurt whan i pee?" (con uno strano cantato solista di Martin, peraltro), "Marqueson's chicken" proseguono senza interruzioni, ma la stessa qualità delle esecuzioni è davvero discutibile anche per i singoli musicisti capaci qui di imprecisioni altrimenti sconosciute. Zappa stesso fatica a riprendere probabilmente il "filo" creatuvo della sua chitarra esibendosi proprio in "Marqueson's chicken" in un assolo poco ispirato e molto statico (forse davvero uno dei suoi meno ispirati del tour).
E ancora ... "Fine girl", Zomby woof" (dove per fortuna la chitarra di Frank sembra effettivamente riprendersi e ravvivarsi durante il consueto lungo assolo).
"King Kong" perde qualsiasi significato e valore fino a quando inizia la abituale strana "zona" di
improvvisazione con Tommy Mars in grandissima evidenza (che distribuisce accenni di famossissime italiche melodie a multiple interpolazioni noise). date le circostanze è comunque ovvio e comprensibile che l'estesa (forse fin troppo!) durata di "King Kong" sia anch'essa il frutto di una semplce esecuzione rutinaria.
Quando riprende la parte "cantata" della scaletta con la sempre verde "Sharleena", l'umore di Zappa sembra leggermente più confortato di qualche minuto prima ed infatti inizia a scherzare con gli organizzatori (Francesco e Tony) a proposito della richiesta di avere una maggiore quantità di ragazze da portare in albergo. Ma il pubblico non sembra aver mutato l'atteggiamento, ed infatti ... ecco l'ennesimo rigoroso stop ...
... ALLRIGHT ALLRIGHT ... NO WAIT A MINUTE! ... HEY! HEY!!! ... DO YOU WANT MUSIC? ... STOP THROWING THINGS ON THE STAGE! ... PUT BACK THE FENCE! ... RELAX! ... WE WANNA PLAY A NICE CONCERT FOR YOU! ... THIS IS NOT "TARGET PRACTICE" ... GET THE PICTURE?
ma stranamente questa volta evidentemente persa la speranza di recuperare la qualità del
divertimento Zappa disegna un assolo finalmente minimamente interessante, probabilmente grazie ad un suo rassegnato e definitivo estranearsi dal marasma circostante.
Finito il brano però l'orchestra elettrica esce dal palco probabilmente per provare a dare una pausa alla tensione generale. In effetti, questo espediente favorisce la normalizzazione dell'ambiente e permette a tutti di concludere lo spettacolo (privo però di particolari momenti straordinari e memorabili ... onestamente nemmeno l'altrove funambolico duetto Vai/Zappa di "Stevie's spanking" e la comunque sempre bella "Illinois enema bandit") almeno senza ulteriori manifestazioni di inciviltà.
Una vera avventura.
Per alcune situazioni infatti, le uscite ufficiali non sono esaustive e non rendono appieno il "momentum" a cui - anche solo vagamente - esse si riferiscono.
Nello specifico, non basta la variopinta e bizarra copertina dell'album THE MAN FROM UTOPIA per raccontarci davvero l'incredibile atmosfera che si respirava la sera di quel 6 luglio del 1982 fuori Milano all'area del Parco Redecesio, attrezzata per ospitare il concerto della band di Zappa. Non bastano nemmeno i resoconti più o meno verosimili e verificabili degli spettatori presenti allo spettacolo perchè talvolta le memorie tendono ad enfatizzare momenti magari realmente poco significativi per lo svolgimento degli eventi stessi.
In soccorso quindi risultano opportune ed utilissime le tanto vituperate regitrazioni "pirata" che hanno in questo caso il merito di restituire con assoluta ed impietosa verità (in una sorta di casuale Frippiano "audio-verité") le dinamiche realmente occorse.
Zappa è reduce dalla brutta serata vissuta pochi giorni prima in Svizzera (1 luglio - Ginevra - La Patinoire des Vernets) dove era stato costretto a sospendere il concerto dopo solo 45 minuti a causa delle intemperanze del pubblico locale (?) evidentemente più impegnato in una gara di "tiro al musicista" con oggetti di varia natura e foggia (questo è effettivamente - ma parzialmente - documentato nel secondo disco di YCDTOSA vol.5) che non interessato alla musica proposta.
A Milano la scena è certamente diversa. Alcune date nel frattempo sono andate relativamente bene, o meglio, sono state portate avanti senza particolari problemi ma evidentemente la tranche finale del tour '82 è destinata a riservare altre spiacevoli sorprese al gruppo ... soprattutto in Italia.
Quella sera quindi il concerto inizia con una ispiratissima "Zoot allures", con un solo zappiano di apertura (nel solito momento strategico utilizzato per ottimizzare il bilanciamento dei suoni sul palco e fuori) che sembra presagire una serata in grande spolvero. Anche le presentazioni del gruppo sembrano essere all'insegna del divertimento e Frank (che ironizza pesantemente sulla quantità di zanzare presenti sul palco ... "welcome to the mosquito heaven!") trova anche il tempo per segnalare la presenza di alcuni amici venuti da Portofino ai quali anticipa che suonerà dei brani espressamente per loro. Ma nonostante tutto sembri filare liscio passano solamente poco più di 10 secondi dall'inizio di "You are what you is" perchè si manifesti il primo sintomo del disagio incombente.
Frank infatti interrompe a quel punto bruscamente la band e si rivolge al pubblico delle prime file prima in inglese ...
... DON'T THROW THINGS ON THE STAGE! ... call here the guy and tell them in italian please ... IF YOU THROW THINGS ON THE STAGE, PLEASE, THE MUSIC WILL STOP! ... DON'T THROW THINGS ON THE STAGE!
poi con il tipico italiano a stelle e strisce ...
... CAPITO? ... SEDUTI PER FAVORE!
In realtà immediatamente sotto al palco un gruppo di ragazzi era sostanzialmente più preoccupato di "farsi" che non della musica in sè e non doveva certo essere un gran bel vedere dal palco. Ma considerato poi soprattutto che una volta usate le siringhe ipodermiche per la dose, le stesse venivano criminalmente lanciate verso i muscisti sul palco ... la cosa assumeva anche degli aspetti discretamente critici e preoccupanti per l'incolumità dei protagonisti del concerto.
Per non appensantire ulteriormente la situazione comunque Zappa riprende a far viaggiare la macchina musicale cercando con questa mossa di ridare la giusta dimensione e priorità alla presenza della musica (e che musica!) sul palco.
"Mudd club" e "The meek shall inherit nothing" sembrano funzionare ma è solo un'impressione, ancora una volta Frank è costretto ad interrompere la band e riprendere nuovamente l'indisciplinato pubblico delle prime file ...
... YOU SEE THIS BOTTLE HERE? ... DON'T THROW THINGS ON THE STAGE! ... SEDUTI PER FAVORE! ... GO BACK! ... IF YOU ... ... IF YOU MOVE BACK THEY CAN SIT DOWN! ... I KNOW ... BUT IF YOU MOVE BACK THEY CAN SEE! ... MOVE BACK! ... GO BACK ... THERE MOVE BACK! ... OK I'M GONNA TELL YOU IN ENGLISH, ALLRIGHT? ... LISTEN TO THIS ... ... YOU WILL BE HERE FOR TWO HOURS! ... DON'T STAND UP, YOUR LEGS WILL GET TIRED! OK? ... NO NO ... JUST BE CONFORTABLE ... IF YOU MOVE BACK YOU CAN LEAVE SPACE AND STILL CAN SEE! ... UNDERSTAND? IF THEY CAN MOVE BACK! ... NO, RELAX, DON'T STAND UP ... ... STAND UP AT THE END OF THE SHOW!
detto questo ordina al gruppo di riprendere a suonare dal bridge di "Meek", ma l'atmosfera ormai non è più la stessa ed è essenzialmente la professionaltà dei musicisti che permette allo spettacolo di proseguire nonostante l'evidente inciviltà di pochi spettatori abbia ormai demotivato tutti.
"Joe's garage", "Why does it hurt whan i pee?" (con uno strano cantato solista di Martin, peraltro), "Marqueson's chicken" proseguono senza interruzioni, ma la stessa qualità delle esecuzioni è davvero discutibile anche per i singoli musicisti capaci qui di imprecisioni altrimenti sconosciute. Zappa stesso fatica a riprendere probabilmente il "filo" creatuvo della sua chitarra esibendosi proprio in "Marqueson's chicken" in un assolo poco ispirato e molto statico (forse davvero uno dei suoi meno ispirati del tour).
E ancora ... "Fine girl", Zomby woof" (dove per fortuna la chitarra di Frank sembra effettivamente riprendersi e ravvivarsi durante il consueto lungo assolo).
"King Kong" perde qualsiasi significato e valore fino a quando inizia la abituale strana "zona" di
improvvisazione con Tommy Mars in grandissima evidenza (che distribuisce accenni di famossissime italiche melodie a multiple interpolazioni noise). date le circostanze è comunque ovvio e comprensibile che l'estesa (forse fin troppo!) durata di "King Kong" sia anch'essa il frutto di una semplce esecuzione rutinaria.
Quando riprende la parte "cantata" della scaletta con la sempre verde "Sharleena", l'umore di Zappa sembra leggermente più confortato di qualche minuto prima ed infatti inizia a scherzare con gli organizzatori (Francesco e Tony) a proposito della richiesta di avere una maggiore quantità di ragazze da portare in albergo. Ma il pubblico non sembra aver mutato l'atteggiamento, ed infatti ... ecco l'ennesimo rigoroso stop ...
... ALLRIGHT ALLRIGHT ... NO WAIT A MINUTE! ... HEY! HEY!!! ... DO YOU WANT MUSIC? ... STOP THROWING THINGS ON THE STAGE! ... PUT BACK THE FENCE! ... RELAX! ... WE WANNA PLAY A NICE CONCERT FOR YOU! ... THIS IS NOT "TARGET PRACTICE" ... GET THE PICTURE?
ma stranamente questa volta evidentemente persa la speranza di recuperare la qualità del
divertimento Zappa disegna un assolo finalmente minimamente interessante, probabilmente grazie ad un suo rassegnato e definitivo estranearsi dal marasma circostante.
Finito il brano però l'orchestra elettrica esce dal palco probabilmente per provare a dare una pausa alla tensione generale. In effetti, questo espediente favorisce la normalizzazione dell'ambiente e permette a tutti di concludere lo spettacolo (privo però di particolari momenti straordinari e memorabili ... onestamente nemmeno l'altrove funambolico duetto Vai/Zappa di "Stevie's spanking" e la comunque sempre bella "Illinois enema bandit") almeno senza ulteriori manifestazioni di inciviltà.
Una vera avventura.
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