Disco pressochè ignorato all'epoca a causa della inesorabile parabola discendente della carriera della band che era stata veicolo professionale per Joe Walsh e - seppur brevemente, ma significativamente - per Tommy Bolin.
Ma come spesso capita, con riascolti meno condizionati dal rumore di fondo contemporaneo circostante, ci si accorge che il valore di un determinato prodotto non sia stato perfettamente messo a fuoco al momento della pubblicazione e quindi riemerge il piacere di ascoltare qualcosa che si ripropone con rinnovato e ritrovato spirito.
Sembra davvero impossibile credere che tutti gli appassionati di un certo "rock" sanguigno ed energico si siano dimenticati di colpo di questa band relegando questo disco ai magazzini del macero industriale. Eppure in NEWBORN sono presenti tutte le potenziali caratteristiche del buon rock anni settanta, dagli episodi muscolari e di impatto, alle ballate melodiche e sensibili, dal rock declinato in chiave pop fino alla rivisitazione del primo rock'n'roll (con una brillante versione della "Heartbreak hotel", vero e proprio classico di Elvis).
Un peccato davvero, anche se musicologicamente si può giustificare questa circostanza con il momento di grandissimo cambiamento che si andava preparando proprio nella seconda decade degli anni 70.
Per fortuna comunque la memoria discografica digitale ha riportato alla luce anche questo piccolo goiellino a cui vale la pena dare una seconda chance di ascolto e gradimento ... compresa una nota di apprezzamento per la scelta della veste grafica che accompagna il disco, la riproduzione di una straordinaria opera di Salvador Dalì quale "Geopoliticus Child Watching the Birth of the New Man" (1943).
Ma come spesso capita, con riascolti meno condizionati dal rumore di fondo contemporaneo circostante, ci si accorge che il valore di un determinato prodotto non sia stato perfettamente messo a fuoco al momento della pubblicazione e quindi riemerge il piacere di ascoltare qualcosa che si ripropone con rinnovato e ritrovato spirito.
Sembra davvero impossibile credere che tutti gli appassionati di un certo "rock" sanguigno ed energico si siano dimenticati di colpo di questa band relegando questo disco ai magazzini del macero industriale. Eppure in NEWBORN sono presenti tutte le potenziali caratteristiche del buon rock anni settanta, dagli episodi muscolari e di impatto, alle ballate melodiche e sensibili, dal rock declinato in chiave pop fino alla rivisitazione del primo rock'n'roll (con una brillante versione della "Heartbreak hotel", vero e proprio classico di Elvis).
Un peccato davvero, anche se musicologicamente si può giustificare questa circostanza con il momento di grandissimo cambiamento che si andava preparando proprio nella seconda decade degli anni 70.
Per fortuna comunque la memoria discografica digitale ha riportato alla luce anche questo piccolo goiellino a cui vale la pena dare una seconda chance di ascolto e gradimento ... compresa una nota di apprezzamento per la scelta della veste grafica che accompagna il disco, la riproduzione di una straordinaria opera di Salvador Dalì quale "Geopoliticus Child Watching the Birth of the New Man" (1943).
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