Sicuramente uno dei dischi più ascoltati dal sottoscritto in questo 2009 data la potentissima forza evocativa dello strumento protagonista e dalla assoluta capacità interpretativa di tale HUGH BANTON (tra i miei musicisti preferiti dell'era progressive inglese con i Van Der Graaf Generator).
La musica di Gustav Holst comunque si rivela ancora una volta come elemento essenziale per moltissime deviazioni musicali parallele, dato che elementi melodici delle composizioni dedicate ai pianeti sono stati riproposti - in modo più o meno elaborato - in moltissime produzioni degli anni settanta (Zappa, Supertramp, Genesis, King Crimson, Emerson Lake & Palmer).
Questa elaborazione al solo organo di BANTON (a parte alcune sporadiche parti ritmiche di cembalo e percusssioni) offre all'ascoltatore una grandissima oportunità di cogliere nel profondo la potenza evocativa dei passaggi armonici che contraddistinguono la peculiare modernissima scrittura del compositore inglese nato a Cheltenham nel 1874.
Un disco che ripropone con grandissima sensibilità ed intelligenza una pagina essenziale per un'intera generazione musicale.
La musica di Gustav Holst comunque si rivela ancora una volta come elemento essenziale per moltissime deviazioni musicali parallele, dato che elementi melodici delle composizioni dedicate ai pianeti sono stati riproposti - in modo più o meno elaborato - in moltissime produzioni degli anni settanta (Zappa, Supertramp, Genesis, King Crimson, Emerson Lake & Palmer).
Questa elaborazione al solo organo di BANTON (a parte alcune sporadiche parti ritmiche di cembalo e percusssioni) offre all'ascoltatore una grandissima oportunità di cogliere nel profondo la potenza evocativa dei passaggi armonici che contraddistinguono la peculiare modernissima scrittura del compositore inglese nato a Cheltenham nel 1874.
Un disco che ripropone con grandissima sensibilità ed intelligenza una pagina essenziale per un'intera generazione musicale.
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