Probabilmente questo è il disco più bello e maturo ed è quello che quasi di nascosto ha maggiormente contribuito alla credibilità artistica del quartetto fondato nel 1969 da Rick Davies (altro "Swindoniano" famoso) e Roger Hodgson.
Grazie al discreto succeso del precedente CRISIS? WHAT CRISIS! la band si sposta definitivamente negli Stati Uniti per registrare questo album ed una certa attenzione "meno-britannica" si nota nella eccellente produzione realizzata autonomamente e senza supervisori.
Ogni singolo brano di questo album (tanto le ultra commerciali "Give a little bit" o "Babaji" quanto l'ambiziosa "Fool's overture" che cita addirittura "Venus" uno dei "pianeti" di Gustav Holst nel suo tema principale) è un gioiello di cura ed intelligenza, con una grandissima capacità di mescolare tra loro sentimento ed umorismo in dosi pressochè perfette per non rovinarne il risultato e l'effetto finale.
Senza poi voler considerare l'approccio vagamente di riflessione politica nell'album dato da piccoli indizi lasciati interpretare agli attenti osservatori come ad esempio la partitura presente sul pianoforte ... intitolata "Fool's overture" ma che in realtà è quella di "The Star Spangled Banner" ... o l'anti militarismo espresso chiaramente sempre in "Fool's overture" che cita direttamente un discorso di Winston Churchill tenuto nel 1940 nel tentativo di rinsaldare lo spirito di resistenza del Regno Unito dopo i primi mesi di guerra
"We shall go on to the end... we shall fight on the seas and oceans... we shall defend our Island, whatever the cost may be... we shall never surrender."
... o l'orgoglio nazionale citato (non si sa quanto ironicamente) nel frammento facilmente udibile di "Jerusalem" con il fiammeggiante testo di William Blake.
Naturalmente il 1977 non è l'anno della consacrazione e l'album rimane sospeso in un limbo di potenzialità straordinaria incompresa dal mercato (sebbene le vendite non saranno poi così peregrine quantitativamente).
Il riscatto definitivo avverrà solo due anni dopo, ma il gruppo raccoglierà il successo meritato con TUTTI gli interessi arretrati!
Grazie al discreto succeso del precedente CRISIS? WHAT CRISIS! la band si sposta definitivamente negli Stati Uniti per registrare questo album ed una certa attenzione "meno-britannica" si nota nella eccellente produzione realizzata autonomamente e senza supervisori.
Ogni singolo brano di questo album (tanto le ultra commerciali "Give a little bit" o "Babaji" quanto l'ambiziosa "Fool's overture" che cita addirittura "Venus" uno dei "pianeti" di Gustav Holst nel suo tema principale) è un gioiello di cura ed intelligenza, con una grandissima capacità di mescolare tra loro sentimento ed umorismo in dosi pressochè perfette per non rovinarne il risultato e l'effetto finale.
Senza poi voler considerare l'approccio vagamente di riflessione politica nell'album dato da piccoli indizi lasciati interpretare agli attenti osservatori come ad esempio la partitura presente sul pianoforte ... intitolata "Fool's overture" ma che in realtà è quella di "The Star Spangled Banner" ... o l'anti militarismo espresso chiaramente sempre in "Fool's overture" che cita direttamente un discorso di Winston Churchill tenuto nel 1940 nel tentativo di rinsaldare lo spirito di resistenza del Regno Unito dopo i primi mesi di guerra
"We shall go on to the end... we shall fight on the seas and oceans... we shall defend our Island, whatever the cost may be... we shall never surrender."
... o l'orgoglio nazionale citato (non si sa quanto ironicamente) nel frammento facilmente udibile di "Jerusalem" con il fiammeggiante testo di William Blake.
Naturalmente il 1977 non è l'anno della consacrazione e l'album rimane sospeso in un limbo di potenzialità straordinaria incompresa dal mercato (sebbene le vendite non saranno poi così peregrine quantitativamente).
Il riscatto definitivo avverrà solo due anni dopo, ma il gruppo raccoglierà il successo meritato con TUTTI gli interessi arretrati!
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