Dalla smagata costa californiana questo esempio di folk-rock educato e leggero, senza troppe velleità di impegno (anche se il periodo storico in cui questo unico album della band è stato pubblicato avrebbe potuto anche prevederlo) che permette un piacevole intervallo acustico, sereno e sufficientemente ingenuo per non destare angosce e preoccupazioni.
Il suono è contraddistinto dall'ampio uso dell'auto-harp della signorina Angela Autoharp (argh ... un nome d'arte in linea con l'originalità del progetto) e da un cospicuo utilizzo delle tipiche chitarre "californiane" dell'epoca.
Solo sul finale, con il brano che da il titolo proprio all'album, l'atmosfera si fa decisamente più interessante, lasciando forse intravvedere i possibili sviluppi futuri che il gruppo avrebbe potuto anche prendere in considerazione se non si fosse sciolto immediatamente dopo la pubblicazione di questo (ancora immaturo) album di debutto.
Il suono è contraddistinto dall'ampio uso dell'auto-harp della signorina Angela Autoharp (argh ... un nome d'arte in linea con l'originalità del progetto) e da un cospicuo utilizzo delle tipiche chitarre "californiane" dell'epoca.
Solo sul finale, con il brano che da il titolo proprio all'album, l'atmosfera si fa decisamente più interessante, lasciando forse intravvedere i possibili sviluppi futuri che il gruppo avrebbe potuto anche prendere in considerazione se non si fosse sciolto immediatamente dopo la pubblicazione di questo (ancora immaturo) album di debutto.
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