Suggestiva registrazione (effettuata con mezzi di fortuna durante una seduta di meditazione all'aperto presso l'abbazia di Glastonbury in Gran Bretagna) dove la virtuosa flautista statunitense "colora" l'ambiente circostante con le sue dolcissime evoluzioni strumentali.
Pubblicato in tiratura limitatissima per l'ultra-oltranzista etichetta femminista e catalogo musicale americano esclusivamente al femminile "Ladyslipper music" questo lavoro non ha più trovato una collocazione ufficiale nelle ristampe successive delle numerose composizioni e performances della Gardner.
La dimensione spirituale della missione taumaturgica della musica della Gardner emerge in tutta la sua potenza con queste improvvisazioni al flauto registrate open-air tra le rovine dell'abbazia e sulle sponde di un ruscello vicino. E' uno scenario tipico della fenomenologia della "new Age" di fine anni '80, nel pieno del suo splendore mediatico (e commerciale).
Solo che per quello che riguarda Key Gardner, le sue notevoli qualità di compositrice - a prescindere dalla pulsione del movimento esoterico post-hippie del momento - le hanno permesso di spaziare con grandissima disinvoltura ed efficacia dalla musica improvvisata alla musica orchestrale .
Naturalmente - nello specifico - questo raro nastro è in realtà un "reperto" da ascoltare con la consapevolezza e la delicatezza che non solo di musica si tratta, quanto invece del manifesto di "un sogno", di un'illusione culturale che in pochi anni è stata spazzata via dal vecchio cinismo del nuovo millennio.
Pubblicato in tiratura limitatissima per l'ultra-oltranzista etichetta femminista e catalogo musicale americano esclusivamente al femminile "Ladyslipper music" questo lavoro non ha più trovato una collocazione ufficiale nelle ristampe successive delle numerose composizioni e performances della Gardner.
La dimensione spirituale della missione taumaturgica della musica della Gardner emerge in tutta la sua potenza con queste improvvisazioni al flauto registrate open-air tra le rovine dell'abbazia e sulle sponde di un ruscello vicino. E' uno scenario tipico della fenomenologia della "new Age" di fine anni '80, nel pieno del suo splendore mediatico (e commerciale).
Solo che per quello che riguarda Key Gardner, le sue notevoli qualità di compositrice - a prescindere dalla pulsione del movimento esoterico post-hippie del momento - le hanno permesso di spaziare con grandissima disinvoltura ed efficacia dalla musica improvvisata alla musica orchestrale .
Naturalmente - nello specifico - questo raro nastro è in realtà un "reperto" da ascoltare con la consapevolezza e la delicatezza che non solo di musica si tratta, quanto invece del manifesto di "un sogno", di un'illusione culturale che in pochi anni è stata spazzata via dal vecchio cinismo del nuovo millennio.
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