giovedì 15 gennaio 2009

ROGER POWELL - Cosmic Furnace (1973)


(precedentemente postato nel MySpace de l'Archivista)

Roger Powell
ha avuto un momento di considerevole notorietà quando è entrato a far parte dell'orchestra prog-psichedelica di quello straordinario artista che fu (ed è) TODD RUNDGREN nella seconda metà degli anni 70. Entrato per sostituire le rumoristiche incursioni sonore di Mr. Frog Labat ben presto ha accorpato su di se l'intera responsabilità della sezione tastiere, in precedenza suddiviso in tre diffrenti persone, Moogy Klingman, Ralph Shuckett e Frog Labat, appunto.

Eppure nel 1973, sponsorizzato dalla ARP Instruments Inc., il mago del suono prog elettronico ha prodotto uno dei dischi FONDAMENTALI della scena elettronica seventies.

Una breve digressione a proposito della leggentaria ARP. Fondata da Alan Robert Pearlman nel 1969, la ARP riuscì a perseguire ottimi risultati nel campo della produzione di strumenti musicali elettronici in una ricerca parallela e (unica) concorrente alla strada intrapresa dalla Moog Inc. Tra i suoi leggendari modelli vanno ricordati con nostalgia l'ARP ODYSSEY, l'ARP 2600 e, sebbene con qualche rammarico "funzionale" l'ARP Quadra.

Nella Fornace Cosmica dell'alchimista del suono Roger Powell ogni singolo modello di sintetizzatore ARP è stato sapientemente "incaricato" di sostituire gamme di suono ben precise.

Entriamo nella COSMIC FURNACE ....

(01)
ICTUS - The Primordial Pulse
Un beat costante, ossessivo generato da un white noise senza decay e sustain mantiene teso e diretto il contesto sonoro in cui pianoforte e una serie di modulazioni timbriche di vari synth ARP forniscono temi che cambiano continuamente intersecandosi tra loro seguendo anche delle ondivaghe variazioni di tempo.
Un brano di forte impatto e personalità che spinge in avanti il confine della musica elettronica applicata ad un certo linguaggio più progressivo fino a quel momento identificabile con le straordinarie elaborazioni di personaggi quali Beaver & Krause o la TONTO Expanding Head Band di Malcolm Cecil e Robert Margouleff. Una apertura di LP destinata a rimanere tra le più impressionanti ed efficaci mai prodotte.

(2)
LUMIA - Dance Of The Nebulae
Una cosmische intro fa subito intuire ad un logico sviluppo modello tedesco (Phaedra dei Tangerine Dream è proprio del 1973). Lunghe sequenze elettroniche con variazioni timbriche random a tappeto di semplici modulazioni tematiche.

(3)
FOURNEAU COSMIQUE - The Alchemical Furnace Of Cleopatra
Il sorprendente intro di pianoforte sembra invece portare l'atmosfera verso un'altra direzione, ma è solo una riprova della versatilità della ricerca del Powell datato 1973. Il piano acustico (ed il fender Rhodes) sono gli unici suoni NON GENERATI dalla vasta gamma dei sintetizzatori ARP messi a disposizione dalla omonima azienda americana.
Infatti riprendono le percussioni elettroniche e i suoni solisti tipici della generazione analogica. Interessante notare la struttura compositiva lasciata al supporto di coraggiose sequenze di accordi in progressioni molto originali. La conclusione pianistica riporta l'atmosfera a quel senso di "sospeso" ben caratterizzate dai "noise drops" in background.

(4)
HERMETIC ENIGMA - The Fixed Volatile
(The Answer Is But Another Bird)
Come per la prima composizione "Ictus", qui l'impatto è volutamente più ritmico (in realtà questo brano apriva maestosamente la seconda facciata dell'LP). Il tema viene esposto dal piano, dal clavinet e da più synths fino ad una "zona" sospesa da un pulsare di sequenza elettronica su cui si inserisce una sezione a-solo mentre in sottofondo tutti gli strumenti continuano autonomamente ad "inventarsi" una figura ritmica ed armonica in costante evoluzione. Forse uno dei momenti più interessanti del disco, dove l'ascolto dei particolari dello sfondo sono molto più importanti delle evoluzioni solistiche di Powell. Splendido soprattutto il Rhodes che permette di apprezzare la qualità dell'esecuzione pianistica di Powell.

(5)
QUEENE ENFINESKA - Serenity Of The Lion In Summer
Ancora guidata da un pianoforte acustico in primo piano questa ordinata breve composizione paga tributo al prog contemporaneo, ma con una grande dignità ed originalità

(6)
TENSEGRITY - A Dymaxion Triptych
E' il brano che conclude il disco ed è anche il più complesso in termini di composizione. Ben inteso, la complessità qui non è data dalla difficoltà dei temi proposti, ma da una obliqua verve quasi "bluesy" che davvero risulta sorprendentemente bizzarra. Le progressioni armoniche dei sintetizzatori usati sono costantemente in evoluzione mentre la glaciale ritmica dei primi sequencer non riscalda l'atmosfera rendendola molto asettica e snob.
Molto interessante la sezione più rarefatta che caratterizza l'inizio la seconda metà del brano, che offre una brillante soluzione di continuità all'atmosfera precedente. Molto bello nel frattempo, l'uso del pianoforte acustico, che rende umana un'atmosfera diversamente aliena.

Questo era nel 1973.



Dopo anni di silenzio Roger Powell ha organizzato un nuovo progetto musicale chiamato FOSSIL POETS. Pur evidentemente molto meno rivoluzionario dei suoi primi esperimenti, il nuovo Powell merita comunque un ascolto attento, data la sua indubbia capacità compositiva e strumentale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

...più che nella caverna dei veri nostalgici qui ci si addentra nella caverna dei veri Jetsons! Un album epico, futuribile e primordiale allo stesso tempo, dove tempo e spazio si inseguono incessantemente...
Roger Powell, musicista di "culto" come il suo grande complice Todd Rundgren, si dimostra ingegnere/compositore di straordinaria forza e originalità: una simile esplosione di creatività elettronica non si era mai verificata prima, totale sintesi cosmica che mirava a costruire un ponte tra la terra dei Corrieri Cosmici e il jazz-rock! Ricordo ancora che quando abbiamo ascoltato per la prima volta il brano "Ictus" (colpo in latino) abbiamo assistito ad una vera e propria scossa di terremoto! Difficile dimenticare simili accadimenti, sconvolgenti e puntuali come la musica stessa.
Citato come consulente sulla copertina di “I sing The Body Electric” (Weather Report) e protagonista decisivo di “Stage” (David Bowie), Powell resterà sempre ai margini della musica progressiva ma lascerà un segno indelebile.

Per i più curiosi: esiste anche l'altra faccia della medaglia "Air Pocket", disco controverso più orientato verso il pop di derivazione Utopia ma non meno brillante.

Buy or die!