Disco di grande intensità nonostante faccia parte di uno dei numerosi "spin-off" del ben più ampio orizzonte GONG.
Benchè MOTHER GONG sia di fatto il sodalizio artistico e personale di Gilli Smyth e l'inglese (emigrato in australia) Harry williamson, viene qui messa molto in evidenza la presenza dell'ex-compagno della Smyth ovvero quel Daevid Allen da considerarsi indubbio ispiratore primo dell'universo che ingloba questa ennesima eccellente orbita creativa.
La musica qui contenuta è a commento della favola raccontata dall'esoterica voce della Smyth, ma ha un sapore evocativo molto piacevole, e l'atmosfera generale ha tutto l'aroma del progressive di un tempo lontano (echi di Van Der Graaf, Incredible String Band ed ovviamente di Gong) per un ideale intreccio con una più conteporanea new age (a volte quasi a-la Windham Hill) che non risulta affatto fastidiosa, anzi.
Le bizzarre "glissandoz guitar" offrono tappeti sonori per le evoluzioni newjazzistiche del sassofono che spesso inacidisce il suo suono ricordando senza nessun timore la rabbia di un David Jackson (sia con i VDGG che con i Long Hello).
Quando poi compare la tipica ballata a-la-Allen (The Owly song) l'atmosfera è straordinariamente luminosa e serena, come ai tempi più scintillanti della collaborazione con gli Euterpe.
Ma c'è tempo anche per una lunga suite (I am my own lover) che contiene molti elementi della moderna tradizione musicale a cui ci ha abituato la generazione di musicisti inglesi della seconda metà del secolo scorso).
Protagonisti musicali sono
(e vi prego di notare i credits!)
Gilli Smyth
voce narrante, sospiri ed ... immobilità
Harry Williamson
tutto l'immaginabile oltre alle tastiere, voce e varia follia
Daevid Allen
voce, glissando guitar e chitarra acustica
Rob Calvert
respiri nei microfoni, nei sassofoni e nelle orecchie
Rob George
percussioni ... pensando al "tempo" con ... "spazio"
Fretless Fred (Conrad Henderson)
basso e nessuna preoccupazione
Tim Ayers
basso
Wandana Arrowheart
Abbracci rigeneratori e l'armonium della civetta
Georgia
illuminante canzone di libertà e canto dell'anima
Una scoperta per chi non ha mai seguito la galassia del pianeta Allen nelle sue derive, ma una ineludibile conferma per chi ne è stato affascinato fin dall'inizio.
Benchè MOTHER GONG sia di fatto il sodalizio artistico e personale di Gilli Smyth e l'inglese (emigrato in australia) Harry williamson, viene qui messa molto in evidenza la presenza dell'ex-compagno della Smyth ovvero quel Daevid Allen da considerarsi indubbio ispiratore primo dell'universo che ingloba questa ennesima eccellente orbita creativa.
La musica qui contenuta è a commento della favola raccontata dall'esoterica voce della Smyth, ma ha un sapore evocativo molto piacevole, e l'atmosfera generale ha tutto l'aroma del progressive di un tempo lontano (echi di Van Der Graaf, Incredible String Band ed ovviamente di Gong) per un ideale intreccio con una più conteporanea new age (a volte quasi a-la Windham Hill) che non risulta affatto fastidiosa, anzi.
Le bizzarre "glissandoz guitar" offrono tappeti sonori per le evoluzioni newjazzistiche del sassofono che spesso inacidisce il suo suono ricordando senza nessun timore la rabbia di un David Jackson (sia con i VDGG che con i Long Hello).
Quando poi compare la tipica ballata a-la-Allen (The Owly song) l'atmosfera è straordinariamente luminosa e serena, come ai tempi più scintillanti della collaborazione con gli Euterpe.
Ma c'è tempo anche per una lunga suite (I am my own lover) che contiene molti elementi della moderna tradizione musicale a cui ci ha abituato la generazione di musicisti inglesi della seconda metà del secolo scorso).
Protagonisti musicali sono
(e vi prego di notare i credits!)
Gilli Smyth
voce narrante, sospiri ed ... immobilità
Harry Williamson
tutto l'immaginabile oltre alle tastiere, voce e varia follia
Daevid Allen
voce, glissando guitar e chitarra acustica
Rob Calvert
respiri nei microfoni, nei sassofoni e nelle orecchie
Rob George
percussioni ... pensando al "tempo" con ... "spazio"
Fretless Fred (Conrad Henderson)
basso e nessuna preoccupazione
Tim Ayers
basso
Wandana Arrowheart
Abbracci rigeneratori e l'armonium della civetta
Georgia
illuminante canzone di libertà e canto dell'anima
Una scoperta per chi non ha mai seguito la galassia del pianeta Allen nelle sue derive, ma una ineludibile conferma per chi ne è stato affascinato fin dall'inizio.
Nessun commento:
Posta un commento