... il "mondo musicale downunder" è per me da sempre motivo di misteriosa ricerca, ed è così dai tempi degli allora sconosciutissimi Split Enz, da quando le prime "produzioni aussie" riuscivano ad avere mercato nella vecchia Europa (una sempre presente aspirazione per quella generazioni di artisti nati e cresciuti nella lontana Oceania) ... ovviamente non tutti i sonici figli australi sono riusciti ad intraprendere un qualsiasi percorso di fama e fortuna qui in Europa nonostante anche la qualità eccellente di alcune proposte.
E' sicuramente il caso di SNAKES ALIVE, un sestetto di Sydney interessato - tra il 1974 ed il 1975 - ad intraprendere un percorso creativo ambizioso, in grado di modellare e plasmare suggestioni progressive integrandole con l'uso creativo della tromba, uno strumento "sonicamente" in apparenza molto lontano dalla epica retorica del suono "progressivo tradizionale" (un ossimoro, quest'ultimo, che meriterebbe da solo una digressione che mi riservo di portare in caverna - o magari anche a MusicaContinua - in un prossimo futuro). Il mio primo ascolto di questo materiale l'ho potuto fare grazie ad una audiocassetta generosamente regalatami ai primi degli anni 80 da un cultore di musiche sconosciute che forse aveva avuto l'opportunità di avere tra le mani o di conoscere qualche privilegiato possessore di una delle 50 copie autoprodotte del vinile originale nel 1975. Mi ricordo benissimo però che la prima impressione avuta era stata quella di una band coraggiosa ed ingenua allo stesso tempo, ambiziosa (storicizzando e contestualizzando) nel cercare un linguaggio proprio ed originale ma allo stesso tempo spesso un po' naif nelle scelte musicali ottenute.
Negli anni poi ho continuato ad ascoltare saltuariamente questo album imprigionato nella ormai decrepita audiocassetta BASF, scoprendo ogni volta dei "possibili" riferimenti e suggestioni musicali ai quali i sei giovani ragazzi del Nuovo Galles del Sud possano essersi ispirati.
In effetti però, in questo saltuario ritorno all'ascolto (dopo una adeguata digitalizzazione), ho via via aumentato la mia considerazione per questo combo soprattutto confrontando il loro lavoro prodotto alla lontana "periferia dell'impero" mid 70's con quanto veniva invece considerato meritevole nel vecchio continente ... e come sempre, ascoltando con la dovuta attenzione, si scoprono dettagli che "in periferia" fanno la differenza rispetto al "centro città", soprattutto quando sono evidentemente inseriti con spericolata attitudine "fuori contesto".
Un esempio di questa prassi è l'uso spericolato della tromba di Colin Campbell e del flauto del cantante Jonas Thomas, spesso impegnati a sottolineare alcune armonie generando un "effetto" vagamente rockjazz che ricorda da vicino alcune pagine degli altrettanto sottostimati IF (pur se attivi in terra d'albione) ma in particolare il flauto risulta molto interessante perchè in brani come "Theme for Myra" (dopo un inizio dall'andamento ritmico vagamente afro-rock) non si prende solo la responsabilità di assumere un ruolo "solista" a tutti gli effetti, ma rimane presente anche nel passaggio strumentali "full band" rimanendo apparentemente "fuori ruolo", ovvero accompagnando il suono generale con soffi, respiri e "andersoniani gesti" liberamente prodotti e senza logici riferimenti ... e - a proposito di riferimenti vari - c'è da sottolineare anche come nella versione originale e completa di "Snakes Alive" (presente nelle ultime ristampe prodotte) compaiano indiscutibili "andersoniane vocalità" (benchè già ormai un po' lontani nello stesso progetto dedicato all'agronomo britannico in Europa) che si affiancano alle cantate molto vicine alle migliori pagine di John Hodkinson),
L'Hammond saturato e gravido di leslie di Alex (Oleg) Ditrich è una forza continua e costante del groove in costante cambiamento del sound del gruppo, a volte ricordando il Gregg Rolie più obliquo dei primi Santana o il Dave Greenslade del suo gruppo autonomo post-Colosseum, riuscendo anche ad essere particolarmente convincente con il suo piano elettrico spesso volutamente "sapientemente colorato" elettronicamente.
Altra menzione particolare merita la chitarra di Boris Peric che invece ha un ruolo decisamente interessante nel suo accompagnamento spesso spigoloso e nei suoi solo che riportano frequentemente (ancora una volta) ai migliori exploit solistici dell'eccellente Terry Smith ed i suoi IF.
Grazie alle più recenti ristampe a disposizione ho potuto apprezzare con maggiore completezza sonora il lavoro di SNAKES ALIVE e l'ultima (credo) edizione di questa eccellente testimonianza comprende anche la suite "Charred Ducks" attribuita alla prima fase creativa di questo gruppo, quando ancora si chiamava Bedtime Story, una opportuna integrazione d'archivio per dimostrare quanto chiara (ed interessante) fosse la prospettiva sonora della band fin dalle sue stesse prime intenzioni.
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