... apparentemente doveva essere l'ennesimo "live" della bestia a sette teste ... il solito filler da discografia bulimica senza un reale senso artistico o creativo ... ed invece (per l'ennesima volta) King Crimson accende una luce nell'anima del vecchio appassionato e forse raggiunge anche il cuore di qualche novello ascoltatore vergine delle soniche antiche incursioni di corte (qualsiasi corte). L'energia che si sprigiona da queste registrazioni è terribilmente potente e - nonostante un missaggio (a mio modestissimo parere) anche rivedibile - pervade la stanza d'ascolto quasi come l'uragano Ida che ha accompagnato la band in terra d'america in quei giorni del 2021.
E' davvero impressionante sentire le nuove sfumature offerte dal combo (il pianoforte Tippettiano di Jeremy Stacey merita il primo premio per il nuovo carattere ed il valore aggiunto ai brani interessati) ... tutti i musicisti sembrano in uno stato di grazia che contrasta palesemente con le condizioni paranoiche in termini di sicurezza Covid-19 in cui il tour nordamericano è stato portato avanti ... sulla qualità delle performances avevamo già avuto qualche assaggio dagli immancabili trasgressori delle regole etiche imposte dal monarca cremisi, ma con queste registrazioni adeguatamente riprodotte, questa condizione interpretativa "eccezionale" emerge in tutta la sua potenza (Tony Levin in particolare appare finalmente il gigante che è sempre stato) ... l'aspetto che mi colpisce maggiormente di queste registrazioni è che negli spazi concessi al "caos organizzato" i musicisti proprio non si risparmiano sonicamente e sembra sia stato stabilito che questa libertà d'espressione sia davvero la cifra di "fine mandato" di questa bestia sonora ... il che offre ancora più chiaramente la visione di una prospettiva collettiva finale concessa da sua maestà per una completa e definitiva espansione del suono generale ... in realtà è anche la continua attività di questi musicisti (che sono insieme dal 2014 ... particolare da NON dimenticare questo) ha permesso loro di metabolizzare perfettamente il materiale suonato e perfino di aggiungerci le proprie peculiari sfumature individuali a consolidamento della massa sonora così prodotta.
Non sono sicurissimo che il pubblico presente a questi concerti qui documentati abbia potuto apprezzare appieno tutte queste sfumature (non dimentico mai che la gioia di vedere questi musicisti suonare queste pagine epiche di una preziosa stagione creativa perduta è talmente intensa che "costringe" a comprimere il giudizio in tempo reale sulla musica, è un'esperienza che travolge e lascia perfino intimoriti a volte) e quindi mai una pubblicazione ufficiale come questa, con questo materiale fu più indispensabile storicamente per un'analisi prettamente musicale della dimensione finale di corte. Un epilogo straordinario di un viaggio straordinario proveniente da una dimensione creativa musicale straordinaria e rinnovata negli anni con straordinaria intelligenza e capacità di evoluzione culturale.
MUSIC IS OUR FRIEND è un disco INDISPENSABILE (al pari dei molti altri dei King Crimson, peraltro)
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