mercoledì 2 dicembre 2009

SPLIT ENZ - Dizrhythmia (1977)



... ovvero del 'Jet lag' sofferto nei lunghi viaggi (circadian dysrhythmia) probabilmente all'origine anche dei primi dissapori nella band.

L'apparizione televisiva nel programma BBC 'Sight & Sounds' (visibile solo parzialmente nel DVD Split Enz) sembra cambiare la prospettiva professionale del gruppo ormai trasferitosi stabilmente a Londra. Quando di conseguenza esce sul mercato il secondo nuovo lavoro, i presupposti per una maggiore attenzione da parte del pubblico sembrano esserci tutti.

E' cambiata la produzione artistica, affidata questa volta a Geoff Emmerick, ma soprattutto sono cambiati gli equilibri all'interno del gruppo con la fuoriuscita di Phil Judd e Jonathan Chunn, una rivoluzione per nulla 'marginale'.

Anche se qualche cosa di Judd rimane in alcune composizioni presenti nella raccolta (una è addirittura completamente sua) è evidente che diventa Tim Finn il referente principale per l'aspetto creativo - coadiuvato di volta in volta da Eddie Rayner e Robert Gillies. I risultati sono tutt'altro che trascurabili qualitativamente, benchè molto più 'educati' delle instabili canzoncine trasversali di Judd. Il sound si fa più compatto e si allontana definitivamente dalle influenze del morente progressive per abbracciare con entusiasmo - e troppo opportunismo forse - una certo 'glam attitude' dell'epoca.

Altro particolare importante da notare è l'arrivo del fratellino Neil Finn alla chitarra ... che in realtà non una 'prima scelta' quanto un vero e proprio ripiego - dato che altri chitarristi avevano rinunciato all'impiego in una band così particolare - ma nel tempo questa soluzione 'in-house' si rivelerà incredibilmente vincente.

(01) - BOLD AS BRASS
A ben ascoltare ... sicuramente il brano migliore per cominciale il nuovo album e per attirare l'attenzione di nuovi potenziali fans e per consolidare quelli antichi, mantenendo quel mix di bizzarria e melodia che è stata fin qui la caratteristica principale della band.
Furbo ritornellino incastonato in un pop trasversale che diventerà il secondo singolo europeo (senza successo).

(02) - MY MISTAKE
Ecco il primo vero tentativo di approdo commerciale con questa canzoncina che - pur mantenendo efficacemente tutti i colori degli Enz - diventa il manifesto evidente della ricerca del consenso di mercato. Il risultato in Europa non sarà quello auspicato comunque mentre al contrario avrà invece pieno effetto sul mercato Australiano e Neozelandese.

(03) - PARROT FASHION LOVE
Uno dei brani più riusciti del disco perchè sostanzialmente vicino alle cose precedenti, con un più aggressivo e solido impianto rock, scritto con grande intelligenza da Rayner ed interpretato al meglio dall'intero gruppo. Una strizzatina al glam emergente con i fiati roboanti, ma una sana origine blues danno al brano un'atmosfera davvero interessante. Si sente la mancanza del basso di Chunn e delle potenziali 'diversioni' chitarristiche dello stralunato Judd, ma bisogna pure farsene una ragione.

(04) - SUGAR AND SPICE
Ed in qualche modo lo spettro di Judd emerge in questo brano (di sua composizione ... e si sente!) dove, nonostante il pesante trattamento 'glammy' generale, lo spirito sostanzialmente psichedelico del suo scrivere riappare nella sua vera genialità.

(05) - WITHOUT A DOUBT
Il contrappasso ideale alla memoria di Judd è invece questo brano del solo Finn, che indica in maniera molto evidente la strada verso una comunicazione comunque più immediata e meno instabile, con un gusto per la melodia decisamente più solido. Una ballata di pregio sicuramente meritevole di attenzione d'ascolto (anche se a volte - forse a causa del pianoforte - ricorda troppo il primo Elton John).

(06) - CROSSROADS
L'esuberanza (costruita e cavalcata promozionalmente con foto surreali e clownesche) del live set degli Enz viene proposta nell'album con questo pastiche che offre però ancora una volta l'occasione di apprezzare la quantità di soluzioni sonore presenti nel gruppo. Spiritoso e ben riuscito.

(07) - CHARLIE
Altra ballata, forse un po' 'più decentrata' dal 'nuovo suono' intrapreso in questo album, ma assolutamente efficace nell'interpretazione vocale di Finn e destinata ad essere un brano di punta nel live set. Memorabile qui l'arrangiamento delle tastiere di Rayner (organo, synth, mellotron e
soprattutto pianoforte) nella parte centrale, capace di raccontare una 'storia nella storia' evocando continui cambiamenti emotivi.

(08) - NICE TO KNOW
Una nuova sterzata rock/blues decisamente molto più grintosa e - per certi versi - più verosimile a quello che avrebbero potuto essere gli Enz se avessero mantenuto la formazione originale (e non è un caso se gli autori sono infatti Judd/Finn/Rayner). Probabilmente il brano che ancora oggi - dopo milioni di ascolti - ancora personalmente preferisco.

(09) - JAMBOUREE
Un bel divertissement 'in aroma prog' per concludere l'avventura. E' di fatto il lato più sperimentale del gruppo (l'aroma prog, nella sezione centrale appunto) ma il crescendo iniziale e finale sono di grande impatto emotivo. Inutile sottolineare il fatto che gli autori riconosciuti del brano sono - neanche a dirlo - Chunn, Crombie, T. Finn, Green, Judd, Rayner ... come a dire SPLIT ENZ mark 1b (!!!)


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