Klein è nato a New York nel 1928, ma la sua contoversa carriera nel mondo dell'immagine si è sviluppata nella fotografia tra la fine degli anni 50 e la prima metà della decade successiva grazie ad una inaspettata collaborazione con la rivista americana Vogue.
L'occhio con cui Klein legge la moda contestualizzata nei paesaggi metropolitani della grande mela è quello ispirato dai suoi studi alla Soorbona di Parigi con Fernand Leger e non è certamente in linea con le tendenze del marketing allora contemporaneo negli States. E' quindi per questo motivo che molto presto sposta il suo fulcro creativo in Europa, soprattutto lavorando in Francia e in Italia.
Vi suggerisco di approfondire il lavoro di Klein grazie alle ormai fortunatamente numerose risorse disponibili online.
Tornando a MR FREEDOM ...
In evidente odore di anti ameriKanismo, Klein (figlio di famiglia ebrea povera emigrata negli USA) manifesta le sue idee socialiste nella tollerante Francia, scossa a sua volta dalla stagione del maggio francese.
L'elemento grottesco della sua satira - rivolta alla (apparentemente) incontestabile "buona coscienza" AmeriKana - è feroce nel suo film.
Il protagonista principale ovvero l'arrogante, insensibile e farneticante MR FREEDOM (specie di insana mutazione di un Supereroe Marveliano convinto della propria indistruttibilità) è davvero la combinazione multipla di un'impietosa accozzaglia di luoghi comuni a stelle e striscie.
Senza un minimo di buon senso il fantoccio/strumento Mr Freedom garantisce (a proprio modo, ed a suo dire, ben inteso!) la libertà del mondo occidentale. la sua totale incapacità di relazionarsi
con qualsiasi realtà circostante lo fa agire con spregiudicatezza contro tutti i potenziali avversari della "filosofia del benessere ameriKano", rappresentando perfettamente il braccio armato (ed ottuso) della insinuante politica USA del dopoguerra.
Nello scenario raccontato durante il film, c'è posto per il pericolo cinese caratterizzato da Red China Man (in italiano chiamato forse un po' troppo "debolmente" Mister Mao Mao); l'antagonista sovietico chiamato Moujik Man (ed interpretato da Philippe Noiret); il partigiano locale filo americano Captain Formidable (interpretato in un fulmineo cameo da Yves Montand); Cristo e con lui tutte le religioni universali. Insomma un vero spaccato trasversale completo di quel mondo contemporaneo in preoccupante continua ebollizione.
Per vostra curiosità da segnalare anche l'insinuante viscida interpretazione di Donald Pleasance (nei panni del capo supremo Dr.Freedom) e anche due curiosi cameo di Simone Signoret e di Serge Gainsbourg (quest'ultimo nei panni di un tossicissimo pianista rivoluzionario).
Non voglio anticipare il finale (e tutta l'(IM)potenza machista USA), ma vi invito davvero a visionare questo prezioso incontenibile reperto di arte militante che sebbene a volte ingenuo, ha il pregio di sposare una forte causa rivoluzionaria con ironia e con garbo, senza proclami e senza rigidità dogmatiche.
F-R-double-E-D, D-O-M spells Freedom!
We fight for freedom, for one and for all!
It's you-and-me-dom, and ten foot tall!
Freedom, freedom, and oh-can-you-see-dom,
we'll always beat 'em with star-spangled freedom!
Curiosamente, nel 1999 Beck ha citato alcune scene del film nel finale del suo video di SEXXLAW lasciando a Joe Black la più che evidente citazione e caratterizzazione del personaggio di Mister Freedom.
Una buona citazione, senza dubbio!
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