E' cosa abbastanza acclarata che la Banda del Terzo Orecchio abbia dato il meglio di sè con i primi tre album (e non sarà certo io ad esprimere un parere contrario a questa saggia diffusa convinzione).
Quando uscì "Macbeth", sorprendente colonna sonora per il truculento omonimo film di Roman Polanski, era il 1972 ed il gruppo era forse arrivato al proprio capolinea creativo. Per questo motivo nonostante si sapesse che proprio alla fine di quell'anno il gruppo aveva effettuato delle registrazioni rimaste inedite, negli anni, è stata alimentata dagli appassionati di quella stagione musicale la leggenda di queste introvabili testimonianze dell'ultima dimensione creativa di Glen Sweeney, Mike Marchant, Simon House, Paul Minns e Ron Kort.
Quando nel 2005 finalmente l'indie label Angel Air ha dato proprio a Kort (custode del prezioso reperto per tutti questi anni) un budget ritenuto sufficiente per produrre finalmente un disco ufficiale, gli amanti del gruppo si sono immediatamente divisi in merito al giudizio da dare all'operazione.
Pur condividendo molte delle osservazioni negative che riguardano questo "non lavoro" (mancanza di vera originalità, dimensione creativa forse confusa ed evidente non completa cura nella produzione sonora) in questi anni, riascoltandolo con una certa disponibilità mi sono fatta un'opinione molto più benevola e favorevole nei confronti di questo materiale.
Alcune delle atmosfere contenute in The Magus sono davvero inquietanti, così a cavallo tra una psichedelia ormai esausta ed una volontà di approdare alla filosofia dell'elettronica applicata, in grado di offrire una possibile alternativa sonora all'acusticità tradizionale del sound della Third Ear Band.
C'è del "gotico" nelle oscure narrazioni presenti nell'album e in particolare le ossessionanti percussioni rappresentano una interessante chiave di lettura per una possibile (ma non realizzata) prospettata deriva creativa del gruppo.
Magici riverberi e improbabili "tremolo" si alternano nel definire la generale atmosfera sonica che a volte raggiunge una ipnotica e convincente ripetitività espressiva.
Io, una riascoltatina, gliela darei ...
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