... maggio 2022 ... ennesimo appuntamento con "il generatore" ... finalmente dopo un'attesa lunga oltre due anni Peter Hammill Hugh Banton e Guy Evans si affacciano al proscenio del Teatro Geox nel loro assetto triangolare ormai consueto da molti anni ... per me l'emozione è sempre la stessa perchè in loro non vedo semplicemente dei musicisti impegnati nel loro lavoro ... piuttosto nelle loro figure che invecchiano inesorabilmente vedo comunque un ruolo essenziale ... il ruolo di "messaggeri" di un qualcosa che mi è appartenuto, mi appartiene e che sarà con me fino alla conclusione del percorso (mio e loro) ... non posso parlare per chiunque, ma chi ha vissuto quella stagione musicale dove i dischi dei Van Der Graaf Generator (e non solo, ovviamente) erano tra i primi posti delle classifiche di vendita dei negozi di dischi sa benissimo di quale background culturale fosse intriso il mondo giovanile e di quali messaggi quella musica sia stata prodiga verso una generazione sufficientemente lontana da una guerra e (forse ingenuamente) convinta che fosse giunto il momento di intraprendere un viaggio nel "sè" più profondo guidata dalla poesia di cantori coerentemente e meritoriamente interessati al suggerimento introspettivo che e non all'intrattenimento meramente ludico
... oggi come allora (nonostante le numerose decadi che hanno lasciato sul campo vittime illustri) gli strumenti sul palco ininsieme generano scariche elettrostatiche in direzione della platea (principalmente) di nostalgici consapevoli - a vario titolo e misura - di essere parte essenziale della trasmissione emotiva ... come è sempre stato il pubblico dei VDGG ... e questo Peter Hammill dimostra di saperlo benissimo dato che tra brano e brano comunica verbalmente con i presenti in maniera molto informale e quasi familiare ... e chi lo segue da anni è (o dovrebbe esserlo) consapevole della assoluta "purezza d'artista" che il 74enne di Ealing (vicino Londra) ha sempre rappresentato durante le numerosissime fasi della sua lunga carriera (con e senza i "generatori" d'intorno)
... anche questo attesissimo concerto inizia e scorre nella tetra penombra emotiva di suoni e testi che straordinariamente contrastano con la meravigliosa - ma essenziale - illuminotecnica sul palco ... (a mia memoria) passano non indolori "Interference Pattern", "Every Bloody Emperor" e la splendida "Over the hill" ... poi il primo tuffo nel profondo passato ... quella "Lemmings" che emerge dal consueto caotico inizio improvvisato alla meglio dai tre ultrasettantenni acrobati (senza rete) del caos ... a 12 anni questa canzone già permeava il mio spazio vitale, suggerendomi riflessioni esistenziali capaci di provocarmi una forte inquietudine a loro volta però in grado di regalarmi una altrettanto forte consapevolezza emotiva ... e quindi mi chiedo, possibile che a distanza di oltre 50 anni l'impatto sia lo stesso? (se non addirittura più forte, considerando gli anni e le esperienze nel frattempo vissute?) ... negli anni io ho vissuto sempre intensamente QUELLA musica e guardando ancora una volta Hammill suonare questo brano feroce e sconnesso a pochissimi metri da me (con la sua consueta imprecisione e attitudine REALMENTE PUNK) comprendo come quella particolare stagione musicale sia potuta esistere anche grazie ad un pubblico che affidava le proprie emozioni ai cantori dell'inquietudine e delle metafore esistenziali per abbeverarsi alla loro fonte, rifiutando culturalmente la necessità della omologazione e del mero divertimento tribale generalizzato (oggi forse si direbbe più correttamente "globalizzato")
... "Alfa Berlina" e la struggente, intensissima "Go" rappresentano le due facce del generatore contemporaneo che magicamente comprendono la "cruditè" del periodo "Vital" e la delicatezza del solismo Hammilliano declinate tra le scariche elettrostatiche dell'umano pericoloso triangolo sonico sul palco ... "La Rossa" e soprattutto "A Louse Is Not A Home" (teoricamente un brano del solo Hammill originariamente incluso nel suo terzo album solista "The Silent Corner And The Empty Stage" del 1974, ma - come ricordato dallo stesso Hammill sul palco - già precedentemente suonato dal gruppo nelle ultime date italiane della prima metà degli anni settanta) fanno virare ancora una volta le emozioni in direzione "nostalgia" della stagione d'oro della band (ammesso che ce ne sia stata davvero "una" in particolare) e la tensione dell'atmosfera inizia a farsi piuttosto evidente, segno che l'intensità della forza elettrostatica sta per raggiungere il suo culmine ... "Room 1210" sembra invece andare in una direzione opposta ma è solo un'impressione perchè una gloriosa versione di "Man-Erg" raggiunge quello zenith che inevitabilmente era in attesa di manifestarsi ... per questo leggendario brano del VDGG 1971 la reazione del pubblico intorno è stata quella di una "hit" di classifica di vendita ... il brano che tutti sembravano aspettare ... è stato il momento in cui ho visto più telefonini accendersi intorno a me, segno che più di qualcuno aveva deciso di portarsi a casa un "pezzo", un ricordino visivo di quel momento così unico e forse così tanto atteso ... i nonni dal palco salutano e se ne vanno per qualche minuto ... non ci vuole molto perchè rientrino sul palco pronti per l'unico bis in programma ... dalla platea si sentono le richieste più improbabili ... "Killer"! ... "Lost"! ... "Undercover man"! ... "Still Life"! ... al che, guardando in basso verso l'accordatore della pedaliera della chitarra, un Hammill stentoreo grida "HO SENTITO !!!" suscitando l'ennesima percezione di sua sincera interazione con il pubblico
... nel silenzio dell'attesa per quale sarebbe stato l'ultimo brano ha iniziato ad insinuarsi la inconfondibile nota di basso profondo dell'organo di Hugh Banton che introduce uno dei brani più tristi e "sanguinacuore" del repertorio del generatore ... quella "Still life" che ha saputo regalare un ennesimo momento di intenso romantico furore capace di chiudere più che degnamente una meravigliosa serata ... mentre uscivo dal Teatro Geox accompagnato da una discretissima musica d'ambiente non sentivo molti commenti tra il pubblico segno evidente che sarebbe stato necessario per tutti un attimo di pausa prima di re-immergersi nel mondo di fuori, un mondo ed una realtà così sicuri di poter fare a meno del musica introspettiva di gruppi come il generatore (ed infatti i risultati si vedono quotidianamente) ...