TOM RAPP e la sua curiosa "esse" da Gatto Silvestro nel 1967 ha scelto questo bizzarro pseudonimo per proporsi al mondo musicale dei circuiti folk elettrici in grande fermento in quel periodo.
Il disco in sè ancora oggi assume un rilievo notevole se contestualizzato in quell'ambiente alla ricerca della proposta impegnata nei testi e di nuovi suoni da affiancare.
Rapp quindi inventa per le sue canzoni una dimensione onirica leggermente (ma non troppo) psichedelica unendo i suoni di chitarre acustiche filtrate a freddi registri di organo Farfisa davvero tanto inquietanti quanto originali nell'approccio minimale.
Rapp poi non esita a giocare poi con la beffarda ironia e la volontà dissacratoria dell'esuberanza tipica giovanile quando inserisce nella canzone "(oh dear) Miss Morse" il suono di un messaggio morse che trasmette distintamente le lettere F-U-C-K (che evidentemente qui non necessitano certo di traduzione)
Registrato in soli tre giorni di settembre del 1967 "One Nation Underground" viene pubblicato solo nel 1969 ma riscuote un successo di tutto rispetto, giungendo a vendere (sembra) quasi 250.000 copie, una cifra davvero notevole per l'epoca.
Memorabile.
Il disco in sè ancora oggi assume un rilievo notevole se contestualizzato in quell'ambiente alla ricerca della proposta impegnata nei testi e di nuovi suoni da affiancare.
Rapp quindi inventa per le sue canzoni una dimensione onirica leggermente (ma non troppo) psichedelica unendo i suoni di chitarre acustiche filtrate a freddi registri di organo Farfisa davvero tanto inquietanti quanto originali nell'approccio minimale.
Rapp poi non esita a giocare poi con la beffarda ironia e la volontà dissacratoria dell'esuberanza tipica giovanile quando inserisce nella canzone "(oh dear) Miss Morse" il suono di un messaggio morse che trasmette distintamente le lettere F-U-C-K (che evidentemente qui non necessitano certo di traduzione)
Registrato in soli tre giorni di settembre del 1967 "One Nation Underground" viene pubblicato solo nel 1969 ma riscuote un successo di tutto rispetto, giungendo a vendere (sembra) quasi 250.000 copie, una cifra davvero notevole per l'epoca.
Memorabile.
1 commento:
2 parole per Tom Rapp.
A distanza di anni questo primo album riesce ancora ad ammaliare per la sua sincera e tenera vena hippy e per un paio di capolavori inarrivabili. Sia ben chiaro: le più belle pagine del Nostro arriveranno di lì a poco nei successivi dischi, ma già qui possiamo ascoltare un inizio splendido con "Another Time" (tra i più bei incipit pop in assoluto) e una conclusione altrettamto perfetta con "The Surrealist Waltz", fantastico walzer che sprofonda gradualmente nell'acido. Se si dovessero cercare dei difetti in questo grande disco, si dovrebbero trovare forse in quelle composizioni un po' derivative (alla Dylan di Highway 61) con quei suoni d'organo un po' troppo datati, ma alla fine resta un'opera assolutamente degna della sua fama. Nel successivo "Balaklava" affinerà meglio la sua tecnica compositiva e ci regalerà una stupenda versione di "Suzanne" di Leonard Cohen, altra influenza nascosta del Nostro.
Poi, lasciata la mitica ESP, approderà ad una major come la Reprise/Warner e registrerà almeno altri 4 capolavori di acid-folk primordiale: questi albums perduti sono stati recentemente risampati in compact disc in un imperdibile cofanetto (edito dalla Water di San Francisco nel 2003) e sono rispettivamente:
1) These Things Too
2) The Use Of Ashes
3) City Of Gold
4)...Beautiful Lies You Could Live In
...perle ai porci, appunto.
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