WALK ONBreve introduzione con i tape loops di No Pussyfooting.
DOCTOR DIAMONDa "new mind-blowing cosmic-cataclismic-paranoid King Crimson tune" Il brano di "seconda scelta" del repertorio di questa band datata 1973. A posteriori si può anche capire perchè non fosse tra i preferiti di Fripp, eppure è stato utilizzato alla grande durante quel tour pur senza avere la nobile investitura di una pubblicazione compiuta ed "ufficiale" definitiva.
La versione qui proposta è sicuramente tra le migliori disponibili tra i bootlegs della band. Interessante notare nel dettaglio le parti di chitarra proprio di Fripp, che bene descrivono lo status di sua sostanziale lontananza dal clichè del caratteristico chitarrista rock. Ritmico, caotico, solista tutto in un unica soluzione con un suono unico e personalissimo.
LARK's TONGUES IN ASPIC part.1Quasi 13 minuti per la monster track dell'epoca. In tutti questi anni abbiamo dimenticato la sua esistenza nelle performance live (Fripp preferisce suonare la seconda parte, mai la prima!), ma questa versione dal vivo ci restituisce in tutta la sua forza la straordinaria originalità del brano.
Con un beat quasi a-la-sabbath il riff iniziale, pesante ed aggressivo fornisce una perfetta rampa di lancio per le fasi successive.
La sezione ritmica di Bruford e Wetton offrono qui una delle più memorabili perfomances della loro collaborazione (sebbene purtroppo il suono sia effettivamente abbastanza caotico) permettendo ad un indemoniato Fripp di devastare lo spazio sonoro con la sua diabolica chitarra.
La rudezza della registrazione permette di focalizzare meglio i racconti (contenuti nel book di GREAT DECEIVER) relativi all'aneddottica della band, soprattutto al reiterato racconto dello spostamento FISICO delle casse spia sul palco dato il volume allucinante del basso e della batteria ... tutto a scapito del povero Cross che davvero fagocitato e dilaniato con il suo esile violino dal magma sonoro prodotto.
Per fortuna qualche spazio più tranquillo viene riservato al "nobile instrumento" (accompagnato da un geniale arpeggiato di Fripp).
Ma l'atmosfera è sempre tesissima e quando la macchina ritmica riprende a macinare suoni (con quello che nel repertorio Crimsoniano è sempre stato ricordato come il leggendario "fade in") la scena è nuovamente ricca di esplosioni fino all'arpeggio finale tanto rudemente interrotto da lasciare inizialmente interdetto anche il pubblico che solo dopo un attimo di esitazione si libera con un applauso convinto.
Ogni volta che ascolto reperti di questa natura mi torna in mente che all'epoca ESISTEVA UN PUBBLICO per questa musica.
RF ANNOUNCEMENTRobert poliglotta inizia lo spazio comunicativo parlando inizialmente francese e suscitando la simpatia degli astanti grazie alla sua gelida ironia. Apostrofa il pubblico con frasi del tipo "siamo contenti di essere al fine giunti a Parigi ... speriamo di contribuire ad una maggiore amicizia tra i nostri due popoli ... il primo brano era una nuova composizione di King Crimson definibile devastante per la mente e foriero di cataclisma paranoide cosmico" ... Il secondo brano era tratto dal nostro nuovo album ... non l'avete ancora acquistato? aaah ... beh noi siamo qui per cercare di convincervi a farlo ... e per questo vi suoneremo un'altra canzone da questo album veramente, veramente BELLO ...".
Fripp si conferma davvero unico nel suo modo di interagire con un pubblico prima di aggredirlo con una musica tutt'altro che suadente.
EASY MONEYE' lo step successivo del concerto. Anche in questo caso il beat del brano sembra particolarmente "pesante", ma si addice perfettamente all'atmosfera generale. il pubblico segue in assoluto silenzio la parte cantata con i suoi stop e le sue pause (succederebbe così anche oggi dove gridolini di protagonismo sono sempre presenti?). Anche in questo brano (come del resto in tutta questa registrazione) è interessantissimo ascoltare con un maggiore riguardo la chitarra e le sue evoluzioni. Indubbiamente nel percorso evolutivo del musicista Fripp, questo periodo sembra essere stato quello davvero fondante le future ulteriori elaborazioni stilistiche, con quell'andamento spigoloso ed angolare che gli hanno definitivamente segnato la via fino ad oggi.
Da segnalare anche il lavoro di sostegno di Wetton, impeccabile e potentissimo. Sul finale è ancora una volta inquietante il fatto che il pubblico (forse sorpreso dalla canzone sconosciuta) rimane per un momento interdetto prima di lasciarsi andare ad un applauso molto tiepido.
IMPROV. IPer gli appassionati Crimsoniani questi sono i frammenti sonori più interessanti di tutte le nuove pubblicazioni d'archivio. E ovviamente non fa eccezione questa brillante improvvisazione che sicuramente avrebbe meritato l'inclusione in un cofanetto come lo straordinario GREAT DECEIVER se solo avesse avuto il conforto di una migliore qualità audio.
Io conosco molto materiale musicale dei KC, ma posso garantire che QUESTA istantanea live è un vero "ponte" tra i King Crimson "terrestri" del line-up precedente e la nuova macchina sonora devastante targata 1973.
In questo frammento (oddio, sono ben 14 minuti di piacere crimSONICO) sono presenti le sfumature quasi "funk" di Earthbound, ma data la differente natura dei protagonisti sul palco, la forza detonante del suono è decuplicata. Ancora una volta, dopo un etereo inizio da protagonista il povero Cross viene letteralmente travolto da una massa sonora implacabile, riuscendo ad emergere solo con ostinate lunghe note a contappunto del celeberrimo sustained-guitar-sound del leader.
Mi preme farvi notare anche che verso la fine di questa improvvisazione viene accennato qualche tema che da lì a poco diventerà parte integrante di una composizione intitolata "Guts on my side", parzialmente completata dalla band ed eseguita nella sua interezza SOLAMENTE UNA VOLTA IN ITALIA (Udine) e riportata alla memoria di Fripp, Bruford, Wetton, Cross e Palmer-James proprio da CHI VI STA SCRIVENDO ... eh eh eh ... ma questa è un'altra storia.
EXILESCome spesso è accaduto durante questo tour da una feroce improvvisazione si passa alla poesia di uno dei brani "confortanti" del repertorio dell'epoca. La ballata (nuova per il pubblico del 1973) è fortemente caratterizzata dalla melodia della chitarra e dal tappeto di mellotron di Cross, ma onestamente non riesce ad emergere in questa performance. Evidentemente la band aveva ancora bisogno di rodaggio per permettersi di eseguire tutte le sfumature del brano al meglio.
PEACE A THEMEQuesto breve frammento riporta il pubblico al primo prog romantico della band e si nota proprio dall'applauso spontaneo fin dall'inizio delle prime note di chitarra.
E' un tema dolce e davvero straordinariamente romantico presente nella seconda uscita discografica dei KC qualche anno prima. E fa da coerente introduzione ...
IMPROV. II... ad una nuova improvvisazione, questa volta in direzione di quello che diventerà chiaramente il brano THE NIGHT WATCH che verrà registrato qualche mese più tardi. Questi King Crimson avevano davvero la capacità di creare equilibri musicali che necessitavano solo di essere riorganizzati tra loro per giungere ad una composizione definitiva.
Questo aspetto è indice di grande creatività e di grande capacità d'interazione tra i singoli musicisti. Forse in questo caso comunque i musicisti cedono ad una certa quale stanchezza momentanea, ed alcuni passaggi dell'improvvisazione non brillano per genialità, soprattutto quando una scontatissima scala discendente condiziona la struttura armonica della possibile improvvisazione. Per fortuna sul finale ritorna il suggerimento che porterà a THE NIGHT WATCH.
BOOK OF SATURDAYLa dolcissima song di LTIA è qui eseguita in modo da sembrare in coda alla lunga improvvisazione e l'effetto è comunque piacevole, Wetton è in piena forma e la chitarra di Fripp non tradisce. Quando poi si aggiunge anche la viola di Cross la magia della versione in studio riappare completa.
IMPROV. IIIUna nuova discesa negli inferi sonori, con laceranti low-grunts di basso ed un martellante tambureggiare di timpani e tom bassi. Interessante il mellotron "cosmico" che si appoggia all'impervio tessuto musicale ad opera di un sorprendente "cosmische Fripp" mentre il violino di Cross si sdobbia ed aumenta il disagio armonico della caotica improvvisazione.
Mi verrebbe da dire FANTASTICO, se non sembrassi scemo nell'apprezzare ciò che è più lontano dalla melodia e dalla piacevolezza sonora ... ma io ero parte di QUEL pubblico de tempo e quindi mi viene facile provare piacere per l'ostica via proposta.
Anche questa improvvisazione avrebbe meritato una collocazione ufficiale, peccato davvero.
THE TALKING DRUMUna maggiore attenzione alla componente percussiva del set di Bruford dà il segnale che stiamo entrando in un altro brano di LTIA, desinato da una evoluzione live molto "free".
Le scale orientaleggianti del violino sono le protagoniste di questa cavalcata in progressione crescente.
E' interessante notare come, per certi versi, le scelte melodiche delle scale Frippiane tipiche del periodo successivo siano di fatto apparentemente figlie proprio di questo primo esperimento. La differenza reale verrà data dall'uso della chitarra synth, ma la strada è ormai tracciata.
LARK'S TONGUES IN ASPIC part. 2La conclusione coerente all'ordine dell'album non poteva essere che la seconda parte della composizione regina del periodo.
Questo brano completa anche la totalità della scaletta live che in questo modo ha eseguito l'intero nuovo album dal vivo (cosa non proprio frequentissima nemmeno all'epoca!).
Lark's Tongues in Aspic II è l'ulteriore conferma dell'avvenuta maturità di Robert Fripp come compositore rigoroso e incredibilmente lucido nell'assemblare suoni in continue "alternanze umorali".
L'uso delle progressioni diventerà addirittura inarrivabile in FRACTURE qualche mese dopo, ma per il momento la compattezza delle parti che caratterizzano questa vera composizione da "camera elettrica" è impeccabile e l'andamento oscuro ed estraniante della ritmica rimane perfetto anche dopo tutti questi anni. Il pubblico parigino, finalmente, apprezza.
21st CENTURY SCHIZOID MANIl bis è - doverosamente per l'epoca - l'inno straziante della band. Wetton ne è l'interprete convincente sulla scia di Greg Lake e Boz Burrell, suoi precedenti colleghi nel ruolo di bassista e vocalist della band. Io sono convinto che la versione dell'epoca in questione non sia sempre stata all'altezza delle aspettative, sebbene la forza del combo lasci immaginare esattamente l'opposto.
Fanno rara eccezione a questa mia sensazione quella contenuta sul celebre bootleg HERETIC e adesso questa, dove a farla da protagonista ovviamente il "trio-nel-quartetto", il triangolo sonico Fripp/Bruford/Wetton che non perdono tempo per ridisegnare l'assolo centrale della chitarra in modo più coerente alle sonorità delle normali improvvisazioni della band.
La registrazione purtroppo si interrompe bruscamente lasciandoci solo immaginare le successive evoluzioni della song. Peccato.
http://www.dgmlive.com/archive.htm?show=284Robert Fripp - Guitar, Mellotron
Bill Bruford - Drums, Percussion
John Wetton - Bass Guitar, Vocal
David Cross - Violin, Mellotron
Richard Palmer-James - Words